Autore Topic: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)  (Letto 3664 volte)

Sceiren

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Pietro


19
"Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)


   Erebus si ripassò per l’ennesima volta il plico tra le mani: ogni volta che lo toccava era pervaso da una sorta di elettricità che dalle dita avvertiva prima sul braccio poi lungo tutta la schiena.  Cercò con lo sguardo le firme degli ordini appena ricevuti ed anche se quel che vedeva era evidente e correttamente interpretato, qualcosa dentro non lo voleva accettare.  Si sentiva un soldato, in parte… in parte si sentiva mercenario.   Rilesse per la decima volta il contenuto della missiva consegnatagli poco prima dall’arcimago Leryda.  La maga era entrata nella sede dei Templari Neri senza sotterfugi, senza alcun cappuccio sul capo che ne potesse occultare l’identità, non aveva atteso la notte né aveva utilizzato i suoi incantesimi per evitare di essere notata: si era presentata come qualsiasi altro visitatore alla porta ed aveva chiesto di lui e questo lo aveva subito messo in allarme… la conosceva da molto tempo e di certo non era da lei annunciarsi.   Si era presentata a lui senza proferir parola e senza dire nulla aveva lasciato quel plico tra le sue mani.  Non si era abbandonata a commenti sferzanti e pungenti come al solito, ma semplicemente, con un sorriso appena accennato, aveva detto che quel plico conteneva ordini.  Poi se ne era andata così come era arrivata, lasciandolo seduto sulla sua poltrone dietro la sua scrivania, nella sua torre.  Il comandante dei Templari Neri si umettò le labbra, quindi rilesse ancora quel comunicato soffermandosi sui firmatari: ogni volta che rileggeva quei nomi era come se ricevesse un affondo ad opera di una mano invisibile.   Aveva sperato che i cambiamenti, tutt’altro che benaccetti, non lo raggiungessero mai fino in fondo.  Ancora una volta aveva sbagliato.  Erebus trattenne il fiato e chiuse gli occhi. 
- Gengiskhan! -
Quando al ritorno da Karazhan due giorni prima il gigantesco draeneo aveva richiesto di entrare nel gruppo come sua guardia personale, Erebus aveva opposto più di qualche obiezione, tuttavia aveva scoperto ben presto che se i draenei erano irremovibili sulle decisioni prese, quel particolare draeneo era ancora più cocciuto della media; tuttavia adesso, alla luce della piega degli eventi, la presenza di un gigante alle spalle, non poteva che tornargli utile.
Gengiskhan entrò dalla porta chinando il capo. Nonostante la torre fosse stata eretta proprio dal suo popolo, la guardia del corpo era più alta, più massiccia e più imponente di molti suoi simili.
- Agli ordini, Lord Erebus. -
- Quante volte ti ho già detto di chiamarmi Erebus? Ad ogni modo, vorresti convocare tutti gli ufficiali nella sala delle riunioni?  E’ della massima importanza. –
Il draeneo fissò Erebus per un attimo, poi si allontanò dopo aver salutato con un rispettoso cenno del capo.  L’evocatore si sentì improvvisamente stanco così si abbandonò all’abbraccio della sua poltrona, uno dei pochi mobili che aveva preteso venissero trasferiti dalla sua abitazione di Ironforge.  Prese a giocherellare con un frammento di ceralacca che si era staccato, nonostante l’attenzione che aveva usato per impedire di infrangere quel sigillo che vedeva per la prima volta: un cerchio, al centro del marchio, alla cui destra scaturivano dei raggi radiali rispetto al centro e, a sinistra, una falce di luna.  Sole e luna, bene e male, luce e oscurità.  I confini che fino a poco prima erano ben delineati e separati ora parevamo mescolarsi in una poltiglia nauseabonda. Bene e male… soldato e mercenario.

* * *

Due colpi fecero tremare la porta.  Erebus espirò rumorosamente, quindi fece entrare Gengiskhan.
- Lord Erebus, gli ufficiali attendono come richiesto. -
Erebus annuì quindi si alzò dalla poltrona e si stiracchiò.  Prese il plico dalla scrivania e si avvicinò al draeneo.
- Sei passato da Whitescar per il programma di addestramento? -
Il draeneo, sempre impostato, si rilassò appena: i tentacoli davanti al volto cominciarono ad ondeggiare dolcemente descrivendo piccoli archi.
- In effetti ancora non sono andato, credo… credo di aver disobbedito ad un ordine diretto. -
- Macchè ordini, ti ho detto che se non parli con lei non potrai entrare come recluta e… Gengiskhan, disse facendosi improvvisamente serio, ti voglio come recluta al più presto.  Quindi lascia stare la mia protezione e pensa alla tua: se non sarai recluta prima della sera sarai tu a doverti preoccupare di proteggerti da me, puoi starne certo. –
Gengiskhan valutò con attenzione le parole dell’evocatore, non sapendo se prenderle alla lettera o meno, poi il sorriso sul volto di Erebus mostrò al draeneo la loro corretta interpretazione.
- Farò come dici, Lord… Erebus. -
- Molto bene.  Ora andiamo. – disse più a sé stesso che al compagno Erebus superando il draeneo e dirigendosi alla sala.
Una volta entrato venne accolto dal chiacchiericcio tipico di quelle riunioni o, almeno, di quasi tutte quelle riunioni. Del resto quando nella stessa stanza si trovavano Selune, Shaday, Sceiren e July, nonostante la compostezza di Ilaria, Nanael e Nadìr.
- Allora Erebus, iniziò July prendendo posto con un saltello sulla sua sedia, quante volte ti ho detto che alla mia voglio un paio di gradini per salirci senza questo ridicolo salto! -
- Si dice che se muovi le gambine piano piano queste si allungano. – ridacchiò Selune fissando divertito il nano.
- Aha, Molto divertente. –
- Erebus di che si tratta? – chiese Ilaria giungendo le mani in grembo.
- Immagino abbia a che fare con quello… - aggiunse Nanael fissando il plico che l’evocatore teneva quasi celato nelle pieghe del suo abito viola.
- Non sfugge mai nulla a voi elfi? –
- In effetti ci sfugge il motivo di questo incontro e visto il colore funereo che hai in viso, direi che è il momento di parlarne. – tagliò corto Nadìr fissando il compagno.
Erebus appoggiò il plico sul tavolo di fronte a sé, si sedette e fissò il sigillo di ceralacca parzialmente integro, quindi si massaggiò le tempie e chiuse gli occhi per cercare la concentrazione. Scese il silenzio.
- Amici miei, da quasi un anno quel mondo che ci circondava e del quale facevamo parte seguendone le sue semplici regole è cambiato.  Oggi siamo qui, nei Regni Esterni, lontani da casa, e a differenza di qualsivoglia zona di Azeroth basta affacciarsi per osservare un miscuglio pericoloso ed, a mio avviso, esplosivo di specie fino a ieri ostili.  Ho appreso quasi con orrore l’idea stessa di un tregua con loro ed ho sperato che nonostante tutto la mia strada mi portasse a mille orizzonti dai miei nemici che da sempre ho combattuto… tuttavia quel che si vuole è irrilevante, conta solo quel che si ha.  Ieri ero ad Ironforge, oggi sono a Shattrath e basta che mi guardi dalla piattaforma verso l’Anello Esterno per vedere uomini, nani fianco a fianco a non-morti, orchi, tauren…-
- Non sempre i cambiamenti sono forieri di sventura, Erebus, in una situazione del genere non posso che sperare che le scelte dei nostri sovrani siano oculate… – disse Sceiren annuendo.
- Non so se darti o meno ragione, resta il fatto però che non riesco ad accettare questo stato di cose. Un mio limite evidentemente, ma non posso farci niente. –
- Non dimentichiamoci che le ombre non vi sarebbero senza luce e che, quindi, ad essa sono comunque legate. –
- Come non concordare, tuttavia quando le ombre diventano tenebre occorre che la luce ferisca gli occhi al fine di scacciarle e riportarle al loro giusto posto. – aggiunse Selune.
- Ad ogni modo, non vi ho chiamati per discutere con voi di quanto ritenga assurda questa alleanza, soprattutto perché in un modo o nell’altro dovrò farmela piacere per forza. –
- Cosa intendi?  - chiese Nanael accigliato.
Erebus sospirò quindi aprì il plico ben attento a non creare altre fratture al fragile sigillo:
- “Al Comandante in capo della forza nota come Templari Neri.  In nome e per conto dei firmatari riporto quanto segue, Arcimago Cedric – Kirin Tor.   Il contenuto di questo plico è riservato e ha carattere di segretezza.  I Kirin Tor garantiscono sull’affidabilità del destinatario e sulla sua linea d’azione.”-  Erebus prese una pausa, quindi ricominciò a leggere: - “Come è noto, la minaccia rappresentata dall’avanzata delle forze appartenenti al Signore del Tempio Nero, Illidan, è sempre più reale.  Gli avamposti di osservazione intorno al tempio sono stati attaccati dai demoni al comando del Caduto e le fortezze alleate nella regione rischiano di non resistere alle ondate sempre più numerose delle creature evocate da Illidan.   Oltre ai demoni, la minaccia più concreta è rappresentata da una nuova razza di orchi: abomini ottenuti dal Caduto con la fusione di orchi con il sangue del drago Magtheridon.  Se quest’ultimo, ormai, non è più una minaccia, l’esercito controllato da Illidan lo resta.  L’eventuale caduta della Valle porterà le forze di Illidan ai confini di Terrokkar e, in definitiva, alla Città di Shattrath, il suo obiettivo finale.  Non potendo tuttavia fronteggiare una guerra in larga scala anche contro le macchine provenienti da Forte Tempesta, la fortezza sospesa ad Est di Netherstorm, il Consiglio ritiene di prioritaria importanza, prima di poter poi pianificare l’avanzata sul Tempio Nero, di uccidere l’elfo del sangue rinnegato, Kael’thas e prendere il controllo degli estrattori del mana attualmente sotto il suo controllo.”-
- Molto interessante. – sibilò Nanael concentratissimo.
- “Questo Consiglio ordina, quindi, ai Templari Neri di infiltrarsi nella fortezza di Kael’thas, espugnare le sue difese e annientare la minaccia.   La forza di incursione sarà affidata al Comandante Erebus, mentre il comando globale della missione al Generale degli Inquisitori Grimbald al quale farà rapporto il primo giorno di Giugno, ad Area 52, Netherstorm.  Il Consiglio” -   e poi lesse i nomi dei regnanti alleati e quelli dell’orda.
C’era elettricità nell’aria, ora Erebus la avvertiva distintamente e non era più solo una sua percezione. La tensione era palpabile da tutti i presenti.
- Non lasciano spazio ad alcuna discussione in merito, mi pare. – Shaday si accarezzò la lunga sopracciglia, prima di scuotere con decisione il capo. – Voglio dire: ora ubbidiamo a Sylvanas? A Thrall? Thrall condurrà alla vittoria noi tutti? E’ assurdo! -
- Il fatto di non aver avuto finora il polso della situazione politica attuale non cambia il fatto che l’alleanza è stata sancita quasi un anno fa e i termini di qualsiasi alleanza sono la reciproca fiducia ed il reciproco riconoscimento come parti dell’alleanza stessa. - disse Selune riflettendo su quanto letto da Erebus.
- Non penso quindi che ci sia molto di cui parlare… - aggiunse Nadìr.
- Non concordo.  Che sia Thrall o lady Tyrande a organizzare la strategia, è evidente che la battaglia principale si consumerà alla Fortezza di Illidan i nun secondo momento.  Questo è un fatto, così come è un fatto che noi siamo stati dirottati su un bersaglio secondario e, strategicamente, potenzialmente irrilevante.  Nella nota non si evince se hanno idea della forza che l’elfo del sangue potrà opporre alle forze alleate in supporto di Illidan.  Solo io noto nella nostra… “missione”, una sorta di diversivo, pericoloso diversivo? – 
- Nanael, anche fosse un diversivo, è un tassello utile alla vittoria comune. – disse Ilaria.
- Ed è un ordine. – aggiunse Selune.
- E da quando obbediamo agli ordini? Mi pareva che rispettassimo solo la nostra di linea di azione e che seguissimo i nostri obiettivi. E’ sempre stato così, ma anche sorvolando su questo, dobbiamo davvero mettere a repentaglio le nostre vite per un obiettivo secondario? –
- La valutazione del Consiglio si sarà basata su una analisi del campo da battaglia e sulle opportunità di vittoria di ogni forza a disposizione. Se hanno scelto noi per questa missione evidentemente hanno ritenuto che fossimo adatti, quelli con le maggiori probabilità di successo. – disse Sceiren guardando a turno i presenti.
- Senza dubbio il Consiglio… - iniziò Shaday.
- Ma per favore!, Nanael si alzò in piedi visibilmente alterato, Veramente credete che i Templari Neri siano la forza in campo più “adatta” con “maggiori probabilità di successo”?  La verità è esattamente l’opposto: gli Inquisitori sono presenti sul campo ed hanno il controllo del territorio, le forze alleate più esperte marceranno contro Illidan e noi, non essendo a mio avviso, e evidentemente anche ad avviso del Consiglio, all’altezza di Illidan, siamo stati utilizzati in questo obiettivo secondario.  Possibile che lo vedo soltanto io? –
- E’ irrilevante! – Erebus mise tutti a tacere. – Non mi interessa sapere le valutazioni del Consiglio, quello che conta è che i nostri sovrani ci hanno formalizzato una missione oggi e che ci piaccia o no dobbiamo obbedire.  Sinceramente, fosse per me, non gradirei trovarmi tanto in compagnia di Kael’thas quanto in compagnia di Illidan, quindi dal mio punto di vista eviterei entrambe le opzioni, ma non sta a me scegliere, non sta a nessuno di noi.  Pertanto abbiamo quindici giorni per organizzare la spedizione e raggiungere il punto di incontro. –
Nanael continuava a scuotere il capo.
- No, Erebus, non ha senso, non ha senso rischiare per nulla, non accetterò una missione del genere, una missione che non reputo coerente e significativa.  Mi pare tuttavia di capire che sono il solo a sostenere questa posizione.   Erebus, Selune, quando io con i miei lasciammo Kalimdor seguendo il vostro uomo, lo facemmo con uno scopo: cogliere l’opportunità di esplorare le profondità di Blackwing Lair.  Non lo nego, non l’ho mai fatto: accettai l’offerta di Hytujaram non per aiutare un elfo che neppure conoscevo, quanto per motivi di carattere personale, come ho detto.  Successivamente, ho trovato degli alleati, degli amici qui, ho trovato convergenza di idee e progetti, tuttavia mi rammarico nel rendermi conto che quella convergenza ormai non c’è più.  Non ha senso per me minare la tua autorità o seguire una linea di condotta che non sento mia e che inevitabilmente mi porterebbe a scontri con te, con voi.   Alla luce di questo, non volendo tra l’altro minare in alcun modo l’organizzazione, ritengo opportuno che io lasci questo gruppo, assieme a coloro che riterranno le mie motivazioni altrettanto valide.   Come ho detto, non rischio la vita su obiettivi che ritengo futili, non rischio la mia vita in una battaglia secondaria quando il fior fiore degli eserciti di ambo gli schieramenti si concentreranno in una battaglia che farà storia e questa mia convinzione nessun plico o nessun ordine mai potrà alterarla in alcun modo.   Vi ringrazio per quanto condiviso, ma a questo punto è meglio per tutti che prenda la mia via. -  il druido si alzò, salutò uno ad uno i presenti e lasciò la sala senza voltarsi indietro.

* * *

Si concentrò, tese la corda e lasciò che la sua freccia, nera la pece, schizzasse verso il bersaglio, centrandolo in pieno.
- Prova tu, adesso. – disse Yukina facendosi da parte.
- Forza Silvèr! – la chiamò Illentar salutandola con la mano.
- Fate silenzio… - rispose l’elfa seria, poi si voltò versò il mezz’elfo, rimasto con la mano alzata, impietrito, e gli fece l’occhiolino.  Il bambino scoppiò a ridere, sollevato dal non aver fatto perdere la pazienza a quell’elfa con la quale si trovava così a suo agio. 
Silvèr fece due passi verso la posizione di lancio, puntò l’arco e tese la corda, quindi si concentrò a fondo, lasciò tutto fuori, trattenne il respiro e lo liberò assieme alla corda.  La freccia si avvolse di un’aura di magia arcana e  lasciando una scia azzurrina centrò il centro a sua volta, frantumando la freccia nera di Yukina.
- Non male, non male davvero. –
- Ancora. – e di corsa raggiunse il bersaglio dal quale strappò la freccia appena scoccata e la ripose nella faretra.   
La sfida durò parecchio tempo, troppo per Illentar che non trovava più divertente applaudire ad ogni colpo dell’elfa, non dopo il ventesimo centro.  Così salutò e saltellando rientrò nella torre alla ricerca del nonno.
- Vediamo se riesci a fare questo… - Yukina inspirò, abbassò al suolo l’arco e fissò il bersaglio, quindi si concentrò: puntò l’arco e con una rapidità eccezionale afferrò una, due quattro frecce dalla faretra.  Tre delle frecce raggiunsero il punto maggiore, la quarta il cerchio intorno al centro.
Silvèr sorrise: Yukina era davvero molto bravo, aveva imparato molto da lui nell’arte della sopravvivenza, tuttavia sapeva bene che quello era il loro ultimo duello e quindi non poteva perdere. Voleva che andasse portando con sé la consapevolezza di averla cambiata.  Così il sorriso lasciò il posto ad un’espressione di fredda determinazione.  Accucciato di lato, Harlan avvertì la tensione provata dalla padrona, così alzò il muso nella sua direzione e si mise all’erta.
Silvèr prese un bel respiro e lo trattenne nei polmoni, poi lo rilasciò mentre la mano schizzava verso la faretra, una, due, tre, cinque volte.  Incoccò in rapida successione le cinque frecce e le scagliò contro il bersaglio una dopo l’altra.  Le cinque frecce lo centrarono quasi contemporaneamente: due al centro, due nel cerchio subito intorno ed una nel penultimo cerchio. 
- Cinque! – disse soddisfatta.
- Sì, cinque. Credo proprio che la prossima volta che ci incontreremo sarai tu ad insegnarmi qualcosa… -
- Non prendermi in giro.  Ascolta, sei veramente sicuro di voler andare? –
L’elfo sorrise alla giovane cacciatrice:
- Vedi, conosco Nanael e gli altri da anni ormai, sono la mia famiglia.  Ho sperato fino in fondo che ci ripensasse, ma credo che come ha detto Nanael la cosa migliore per tutti sia proprio questa, anche se non posso negare che sarei rimasto volentieri. -
Silvèr annuì. 
- Per caso ti ho incontrato nei boschi ed ora grazie a te anche io ho una famiglia, solo che avrei voluto che anche tu continuassi a farne parte. -
- E chi può dire cosa succederà domani? – disse l’elfo allargando le braccia.
- Già, chi può dirlo. –
- Ora è meglio che vada a prepararmi: partiremo domani mattina. Continua ad esercitarti e vedrai che i risultati ti sorprenderanno. Ricorda: la natura non conosce pietà, ma solo le sue regole.  Non dimenticarlo mai. –
- Non lo farò. –
Yukina annuì, quindi raccolte le frecce rimaste nel bersaglio si incamminò lasciando Silvèr da sola.
« Ultima modifica: Dicembre 09, 2010, 12:34:28 pm da sceiren »

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

Yukina

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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #1 il: Dicembre 09, 2010, 05:56:21 pm »
azz veramente bella la mia parte, complimenti :)

però prossima volta sfida di pet, il mio timon e pumbaa non si faranno battere facilmente :eheh:

poi minchia "ovunque tu sia", sembro morto  :RIP: sempre qua a leggere sono  :news:
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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #2 il: Dicembre 09, 2010, 05:58:09 pm »
azz veramente bella la mia parte, complimenti :)

però prossima volta sfida di pet, il mio timon e pumbaa non si faranno battere facilmente :eheh:

poi minchia "ovunque tu sia", sembro morto  :RIP: sempre qua a leggere sono  :news:
Ciao Cecco, è un piacere leggerti ogni tanto :D

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« Risposta #3 il: Dicembre 09, 2010, 09:19:12 pm »
Ciao Cecco, è un piacere leggerti ogni tanto :D

Lo vevi già scritto da un'altra parte :music:



Qualunque cosa t

Anishy

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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #4 il: Dicembre 09, 2010, 09:32:56 pm »
Vuol dire che è davvero quello che penso :D

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« Risposta #5 il: Dicembre 10, 2010, 12:36:51 am »
io faccio sempre piacere alle donne :P
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« Risposta #6 il: Dicembre 10, 2010, 10:15:29 am »
io faccio sempre piacere alle donne :P
... ^-^

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« Risposta #7 il: Dicembre 10, 2010, 02:47:33 pm »
... ^-^

in quanto essere umano maschile è mio DOVERE esagerare, è un mio diritto :RNR:




cmq bry geloso?
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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #8 il: Dicembre 10, 2010, 02:48:07 pm »
in quanto essere umano maschile è mio DOVERE esagerare, è un mio diritto :RNR:




cmq bry geloso?

Di cosa ? :music:



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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #9 il: Dicembre 10, 2010, 05:57:36 pm »
Bella Cecco :D

Mi è piaciuto questo capitolo, vado a leggermi il successivo, bravo PIetro!!  ;)

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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #12 il: Dicembre 11, 2010, 01:40:47 am »
Ecco un altro che utilizza lo smile come bryger....io mi preoccuperei!!!  :grin:

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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #13 il: Dicembre 12, 2010, 07:17:42 pm »
mi sembra che bry ne abusi, quindi mi unisco :music:
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Re: Stelle Cadenti XXIV - 19: "Mai dire addio, ma solo arrivederci" (II)
« Risposta #14 il: Dicembre 12, 2010, 08:52:07 pm »
Grande. Come al solito del resto  O0