Autore Topic: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm  (Letto 1611 volte)

Sceiren

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Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« il: Gennaio 20, 2011, 06:04:04 pm »
Dedico questo capitolo ad un mio amico di tanti anni fa, col quale iniziai ad appassionarmi al mago, Grimbald, Ufficiale della Inquisitor di Ravencrest. See u soon, my friend Grimbald!


22
Netherstorm


Non è la notte senza stelle che rende ciechi
Ma la luce abbagliante del sole
Non è nel profondo del mare che troverai il silenzio
Ma nel profondo del tuo cuore
Non si muore alla fine del viaggio
Ma solo quando il viaggio non ha alcun senso.

- Magistrix Larynna, Scryers

La cosa più scioccante è lo svegliarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte e scoprire di non essere in un incubo, ma nella realtà più strana, sinistra e irreale che si abbia mai incontrato. 
- Anonimo

Finalmente tutta l’elettricità di cui avevo bisogno!
- Papa Wheler, tecnico B.O.O.M.


Ziozeb venne scosso da Whitescar e aprì gli occhi con fatica tentando di mettere a fuoco il mondo intorno a sé.  Mosse i tentacoli del viso e si rasserenò quando avvertì, come lontani rintocchi di una campana, il suono inconfondibile degli anelli di ottone che aveva assicurato alle loro basi.  La realtà però restava sfocata, indistinta. Pregò il creatore di sorreggerlo in quella dura prova. Whitescar lo lasciò a terra, sapeva che era lei ad averlo risvegliato, ma istintivamente, non coscientemente.  Si voltò con fatica su un fianco e come emersi dalla nebbia, avvertì indistintamente i lamenti di altre persone, suoi compagni presumibilmente. 
Si rigirò sulla schiena e tentò di capire cosa i suoi occhi stessero vedendo al posto del cielo.

Si rincorrevano, si inseguivano, si raggiungevano, si scavalcavano, in una danza senza sosta e frenetica nubi violacee, scosse da un vento impetuoso, mutavano forma, si fondevano l’una con l’altra, in una lotta senza mai vincitori né vinti.  Da ogni scontro un tuono lontano che presagiva un imminente temporale, tuttavia il suolo rosso era secco, arido, come se la pioggia fosse solo un lontano ricordo per quel territorio.  In luogo della pioggia, però, fulmini azzurrini piombavano dall’alto verso il basso, scaraventandosi sulla terra martoriata ed aprendo sempre nuovi crateri e scagliando frammenti di roccia friabile in tutte le direzioni.  Una puzza di bruciato aleggiava nell’aria, trasportata da un vento inesistente, almeno a livello del suolo. 
Sceiren stringeva suo figlio che non voleva smettere di piangere e se il mago si chiedeva quanto gravi sarebbero state le conseguenze per il mezz’elfo nell’averlo trascinato in una landa del genere, poco distante Roredrix, appoggiato alla sua arma come fosse un bastone, assalito da fitte al costato, si chiedeva quanto tempo sarebbe passato prima di essere centrati da uno dei fulmini che piovevano continuamente praticamente ovunque.
- Ma dove sono gli Inquisitori? Non dovevano essere loro ad aprire il portale da questa parte? – chiese Selune fissando il cielo sinistro di Nethestorm.
- Non lo so Selune, di sicuro è stato uno di loro ad aprire il portale, ho avuto precise istruzioni dal generale degli Inquisitori.  Solo lui poteva collegarsi al mio portale. –
- E se fosse una trappola? – chiese Bryger slacciando i nastri di cuoio che assicuravano la sua arma prediletta allo zaino.
- Non lo so, non so davvero che pensare. – continuò Erebus riacquistando sicurezza nei propri passi.
- Lo so io però… - disse Nadìr, mentre Zigho incoccava una freccia, seguito da Silvèr e Kimmolauz, ancora provato per l’esperienza appena passata.
Da una collina una figura alta poco più di un metro e mezzo fissava il gruppo comparso dal nulla poco prima.  Era un ombra scura, illuminata di tanto in tanto da fulmini fin troppo vicini.  Poco dopo, alla sua destra ed alla sua sinistra, altri due uomini, soldati probabilmente, armati di alabarda e poi altri due.  Nel giro di pochi secondi Erebus si rese conto che tutto il perimetro era presidiato.
- Accerchiati. – sussurrò Albina mentre lasciava scivolare lentamente una mano verso la sacca di pelle nera come la notte assicurata alla cintura. L’evocatrice puntò i suoi occhi bianchi verso il piccolo uomo e sorrise quando un fulmine lo illuminò parzialmente. Era uno gnomo e lei odiava gli gnomi.
- Gàia, prenditi cura di lui. – disse Sceiren scostando il visino di Illentar dal grembo.
- Non mi lasciare! –
- Shhhh, buono, va tutto bene, sono qui, solo… stai con Gàia per un po’, il nonno deve controllare una cosa. –
- Erebus dei Templari Neri! – disse lo gnomo dall’alto della collina.
Selune e Ilaria si avvicinarono ad Erebus, dietro di loro Roredrix armato di balestra e Nadìr con gli altri cacciatori con le frecce incoccate erano pronti al peggio.
- Sono io! – rispose Erebus facendosi avanti, seguito dai suoi amici.
Lo gnomo scambiò alcune parole con la figura alla sua destra, quindi scomparve in una luce azzurrina e ricomparve a pochi metri dal gruppo. 
- Abbassate le armi! – ordinò il mago fissando Erebus.
L’evocatore alzò la mano destra e impedì la reazione dei suoi compagni a quello che poteva apparire come l’inizio di una aggressione, quindi fece un passo verso lo gnomo.
Il viso era celato dietro ad uno dei caratteristici elmi meccanici degli gnomi ingegneri. Indossava una veste leggera violacea sovrastata da una casacca dorata con una croce marrone sul petto.
- Inquisitori. – sussurrò Erebus.
- Sono Grimbald, ufficiale degli Inquisitori, e comandante delle forze alleate sul campo qui a Netherstorm.  Chiama i tuoi uomini, capitano, dobbiamo muoverci subito.  Non è sicuro restare qui.  Parleremo dopo. –
Erebus annuì, quindi si voltò e rivolto ad Ilaria aggiunse:
- Non mi fido, occhi aperti. -
 Ilaria annuì così come July, evidentemente concorde con Erebus anche senza averlo sentito.

* * *

La marcia non fu lunga: mezz’ora di cammino lungo una strada non battuta, ma tutt’altro che difficoltosa.  Era un deserto roccioso, bersagliato da fulmini.  Malinconico, monotono, innaturale.  Grimbald e i suoi Inquisitori aprivano e chiudevano la fila, al centro i Templari Neri di Erebus, di nuovo in pieno possesso delle proprie capacità dopo lo shock iniziale dovuto al passaggio.  La compagnia superò una collina e una volta in cima Grimbald si fermò e fece cenno ad Erebus di raggiungerlo.  L’evocatore, accompagnato dagli immancabili Selune e Ilaria, raggiunse lo gnomo.
- Area 52 e lì, verso Est, il nostro accampamento.  E’ lì che siamo diretti. -
Selune non potè trattenere un sorriso: gli insediamenti costruiti dai goblin si riconoscevano sempre: mura di cinta in pietra, città a base circolare, costruzioni a metà tra costrutti meccanici e di muratura, sbuffi di fumo da praticamente qualsiasi storto comignolo.   Ilaria, dal canto suo, era affascinata dalla tendopoli vasta quasi quanto tutta la cittadina.  Era l’accampamento di un plotone quello che vedeva, forse più d’uno.
- Andiamo. Come ho detto, non è sicuro. -

* * *

- Capitano, si accomodi. – disse lo gnomo slacciandosi l’elmo e appoggiandolo sulla scrivania che occupava metà dell’ambiente in cui si trovavano.
Era nella tenda del generale, una tenda non diversa dalle altre presenti nell’accampamento, solo che per uno gnomo doveva apparire assai più spaziosa che per un uomo o un elfo.  Dal alto opposto l’entrata, una scrivania ricavata da un enorme blocco di metallo, alcuni libri adagiati sul catino della tenda e diversi sgabelli, uno dei quali subito occupato dallo generale.
- I miei ufficiali? – chiese Erebus guardandosi intorno.
- Avremo modo di parlare anche con i nostri reciproci ufficiali, capitano, ma gli ordini che ho ricevuto parlano chiaro: non appena vi sarete ripresi, entrerete a far parte delle forze sul campo al mio comando e quando questo accadrà… lei sarà un mio ufficiale e i nostri rispettivi ufficiali avranno incarichi solo in subordine. Con tutto il rispetto per loro, parlerò solo con il capitano Erebus e non con tutti i suoi sottoposti; credo sia un risparmio di energie ed evita fraintendimenti. –
- A proposito di fraintendimenti, generale, avrei qualche domanda sul nostro arrivo qui. –
Grimbald si accese un buffo sigaro ricurvo e iniziò a fumare.
- Si, allora? -
- Cosa diavolo è successo al suo portale? Perché siamo quasi morti nel tragitto?, perché non c’era nessuno ad attenderci?, perché ci avete circondati come fossimo dei nemici! –
Lo gnomo lasciò che il nuovo arrivato si sfogasse poi appoggiò il sigaro su un portacenere ricavato da una ruota dentata e, fissando negli occhi il suo interlocutore, riprese a parlare:
- Non è il mio portale, ma quello dell’evocatore sergente Geriatrix e comunque, per rispondere alle sue domande, non è successo niente al nostro portale di qua.  Non sareste morti di certo, disse sminuendo la questione con un gesto della mano paffuta, purtroppo i fulmini di Netherstorm creano delle distorsioni nel piano astrale che porta a oscillazioni dell’equilibrio di teleporto… sono certo che si rende conto questo cosa implichi quando si attraversa un portale sia questo magico o evocativo. -
Erebus strinse i pugni. 
- Posso chiedere perché sapendo una cosa del genere avete richiesto l’apertura di un portale invece che un viaggio normale? -
- Semplice: tempo. Non ne avevamo, anzi, non ne avevate.  La città più vicina si trova nella regione dei Monti Puntolama, da lì a qui, sempre che foste stato in grado di evitare gli assalti di ogre e le altre creature della zona, almeno una settimana di viaggio. E poi, dimenticavo, senza un altro evocatore lì, come avreste potuto aprire il portale? –
- Mandare il vostro evocatore ai margini di Netherstorm? Tanto per dirne una? –
- Andiamo capitano! Siamo soldati, tutti noi, e siamo vivi, tutti noi… quindi stiamo perdendo tempo! Dato che si è chiesto e mi ha chiesto come mai non ha avuto le trombe ad attendere lei e i suoi sottoposti all’arrivo qui, la risposta è semplice e sono certo che non sarà difficile per lei comprenderla, e aspirò a lungo il suo sigaro, siamo in zona ostile: gli elfi del sangue di Kael’thas sono praticamente ovunque così come quelle sue orrende macchine.  Ho perso diversi esploratori peccando di presunzione credendo di poter sfuggire all’occhio di Forte Tempesta, ma ho imparato la lezione! E così, temendo che aprire un portale troppo vicino all’accampamento avrebbe destato la sua curiosità, ho deciso di aprirlo lontano da esso… e qui, la mia mente analitica di ingegnere mi ha portato ad una riflessione: e se le sue spie avessero visto aprire il portale, cosa gli avrebbe impedito di muovere un’azione preventiva contro le mie forze? Così, analizzato il problema ho trovato la soluzione: visto che comunque il portale doveva essere aperto, ho lasciato il portale nella piana, ho appostato i miei uomini tutto intorno, pronto a reagire qualora gli elfi di Kael’thas avessero attaccato. In questo modo ho evitato di finire in una potenziale trappola. –
Erebus si sedette e si passò la mano sul viso.
- E se la trappola ci fosse stata, cosa avrebbe impedito agli elfi di Kael’thas di massacrarci mano a mano che uscivamo dal portale senza forze, provati, talvolta incoscienti, generale? -
Lo gnomo soffiò via un po’ di fumo che si stava concentrando sopra la scrivania e appoggiandosi ad essa si avvicinò per la prima volta minaccioso:
- Voi eravate esposti comunque. - poi rabbuiandosi e indurendo il tono di voce, Grimbald proseguì:  - Non avrei rischiato i miei Inquisitori per nulla.  Sono a capo delle forze sul campo ed ho la fiducia del Consiglio per un preciso motivo, capitano, e sono certo che ormai avrà già capito quale questo motivo sia, pertanto adesso che ci conosciamo, non ho più intenzione di perdere tempo con convenevoli poco produttivi.  Concentriamoci sul perché siamo qui.  Quando avrò finito si renderà conto che quanto ho fatto era necessario.  Immagino non abbia altre osservazioni, giusto? -
- No, signore… -
- Molto bene.  Allora: per prima cosa dividerà i suoi uomini. –

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

ziozeb

  • Visitatore
Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #1 il: Febbraio 01, 2011, 05:03:57 pm »
beh...si ci sta, che lo Ziozeb debba essere rianimato, in fondo quando ero tank capitava spesso.....looool......ma andiamoooo O0...
comunque grazie per la partecipazione ai racconti, fino ad oggi non credevo riguardassero i componenti dei Templari....credop che da oggi li leggero tutti e me li stampo anche loool :sticaz:

Sceiren

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Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #2 il: Febbraio 01, 2011, 05:48:58 pm »
Sei un pacco colossale!: ma se si chiamano"cronache dei tn" chi volevi che fosser i protagonisti!  :wall: ahahahahahahahahahahahah

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

ziozeb

  • Visitatore
Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #3 il: Febbraio 01, 2011, 07:01:45 pm »
ora li prendo tutti e li faccio rilegare.....quoto un post per decidere la copertina...venerdi o sabato li porto in stampa, quindi avanti con le ideee per la copertina...se no improvviso....MUAAHAHAH

Anishy

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Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #4 il: Febbraio 01, 2011, 07:47:54 pm »
Ovviamente poi mandi copia gratuita a tutti quanti giusto? ???

Sceiren

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Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #5 il: Febbraio 02, 2011, 01:25:22 am »
Una all'autore almeno eh! Ahah

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ziozeb

  • Visitatore
Re: Stelle Cadenti XXVII - 22: Netherstorm
« Risposta #6 il: Febbraio 02, 2011, 05:47:36 pm »
intanto vi metto la foto sul forum e intanto sbavate un pò  :sbav: