Autore Topic: Le ali della FENICE VII pt.2  (Letto 1407 volte)

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Le ali della FENICE VII pt.2
« il: Settembre 08, 2010, 01:21:01 pm »
Circa un'ora e mezza dopo il gruppo era di ritorno all'accampamento. Nel frattempo le parti rimaste stavano organizzandosi come meglio credevano. Banedon e Wolborg stavano duellando per mantenersi pronti a qualsiasi evenienza. I paladini ed i sacerdoti erano seduti in cerchio in meditazione, avvolti da un alone di luce dorata. Jendevis e Manwe stavano controllando la flora del luogo e commentando le stranezze rilevate. Deatharrow mostrava a Laren e Jelanda come il mantello paracadute lo aveva salvato in più di un'occasione. Thorrin, il nano, dormiva.

Gli evocatori ed il mago cominciarono a fare i preparativi per l'incantesimo. Tracciarono un cerchio nel suolo ed in esso inscrissero un pentacolo. Su ognuna delle punte, una candela nera accesa emetteva una flebile luce. Nei cinque trinagoli creati dalle linee tracciate furono posti i vari reagenti: un paio di tipi di piante, due resti di animali non ben identificati ed una manciata di polvere arcana.

Durante i preparativi tutti i componenti del gruppo avevano lasciato le proprie attività e si erano avvicinati al luogo dell'incantesimo. Nel contempo il tramonto era giunto e la luce del giorno iniziava a calare in fretta.
- Siamo quasi pronti - disse Deathspike - ancora poco ed inizieremo. -
- Dobbiamo fare qualocosa noi? - chiese Rambosso.
Elenid rispose - Si, per nessun motivo entrate nel pentacolo. Nessuno. Soprattutto, qualsiasi cosa succeda, non fate nulla per interrompere l'incantesimo. -
- Le forze in gioco qui sono....quantomeno suscettibili - disse Halliwell in tono serio.
- Va bene...iniziamo. Voi allontanatevi di qualche metro - disse Deathspike entrando nel pentagono centrale. Elenid ed Halliwell fecero lo stesso.
Il resto del gruppo si allontanò come accordato. Rambosso notò Deatharrow accosciato accanto a Fang: lo accarezzava e lo esortava a restargli accanto ed a non allontanarsi per nessun motivo. Solo dopo notò che anche gli altri cacciatori stavano facendo lo stesso con i loro compagni animali.

All'interno del pentagono, Deathspike rivolse le spalle ad uno dei lati e lo stesso fecerò Elenid ed Halliwell, in modo da potersi guardare tuti e tre. I tre umani iniziarono a cantilenare una nenia ed alzarono le braccia diagonalmente davanti a loro quasi a sfiorarsi le mani. Elenid ed Halliwell sembravano recitare le stesse formule, mentre Deathspike procedeva con altre parole. Il mago abbassò la mano destra, prese della polvere dalla sacca legata alla sua cintura e la lasciò cadere al suolo. Elenid tese l'avambraccio destro sulla polvere lanciata da Deathspike e nello stesso momento Halliwell estrasse, sempre con la mano destra, un pugnale dalla propria cintura e lo avvicinò minacciosamente ad Elenid. Gli occhi dei due evocatori erano coperti da una zona d'ombra ed agli osservatori l'impressione che qualcun'altro comndasse i loro corpi come marionette era ben radicata.
- Ehi ehi!!! Così no!! - disse Thorrin estraendo una delle asce da lancio e preparandosi a tirare.
- Fermo!! - disse Palladio cingendogli il tozzo braccio. - Non dobbiamo interrompere per nessun motivo l'incantesimo, ricordi? -
- Si ricordo...ma quel pugnale è troppo vicino alla gola di Ele!! -
- Dobbiamo aspettare e non intervenire - disse Sarya - le conseguenze di un nostro gesto errato....potremmo pagarle per molto a lungo. -
Il nano si convinse ed abbassò il braccio rinfoderando l'arma.
Halliwell mosse fulminea il pugnale aprendo uno squarcio nel braccio di Elenid che non fece il minimo accenno di dolore.
Palladio e Sarya guardarono il nano che ricambiò con un'espressione dipinta sul volto che diceva "visto?!?! Qualcosa di buono con quel pugnale non poteva certo fare!!"
Non appena il sangue di Elenid entrò in contatto con la polvere magica un lampo rosso rimepì l'aria e con un crepitio il pentacolo divenne rosso a sua volta. Il fuoco delle cinque candele crebbe a dismisura assomigliando più ad un falò che non alla debole fiammella di qualche istante prima. Nonostante il fuoco fosse aumentato così tanto, la temperatura circostante ebbe un drastico abbassamento. Il respiro delle persone formava ora nuvolette come durante l'inverno. Era come se una finestra sull'Abisso fosse stata aperta.
Le ombre di tutte le cose illuminate da quel fuoco sembravano prendere vita propria e cercare di avvinghiare qualsiasi essere vivente vicino ad esse.

Deathspike abbassò le proprie braccia verso il centro del pentacolo ed una sfera violacea prese forma dal nulla. La sferà iniziò a crescere di dimensioni entrando in contatto con gli umani prima e con il terreno poi fino ad assumere il diametro del pentacolo stesso, rinchiudendolo in una cupola.

Gli umani del gruppo pensarono quasi all'unisono alla cupola magica che proteggeva la città di Dalaran dalla fine della Terza Guerra.

Per qualche minuto le nenie continuarono mentre la sfera sembrava variare colore da viola a rossa a nera per poi ricominciare. Poi un boato. Un lampo invase l'area ed una colonna di luce si alzò al cielo rendendolo completamente viola per qualche momento. Gli osservatori furono scaraventati al suolo dall'onda d'urto dell'esplosione arcana. La luminescenza viola stava scemando lentamente, consentendo il ritorno alla normalità. Il mago ed i due evocatori erano accovacciati e respiravano in modo affannato.
- State bene? Com'è andata? - chiese Sarya.
Nessuno di loro tre rispose. Solo Elenid alzò il braccio destro puntando il dito verso il cielo in direzione Sud. Quando tutti voltarono lo sguardo in quella direzione si trovarono di fronte ad uno strappo nella volta stellata.

Questo strappo aveva una strana luminescenza azzurra e vedervi attraverso era impossibile. Forse, se fosse stato più vicino, sarebbe stato possibile provare...ma all'altezza a cui si trovava non era possibile dirlo.
- E quello cos'è?! - chiese Banedon
- Davvero non lo so - disse Numenor.
- E' un passaggio. - Elenid era uscito dal pentacolo e dietro di lui Deathspike aiutava Halliwell a reggersi.
- Un passaggio? Per dove? -
Elenid scosse la testa - Non lo so. -
- Beh, ma l'incantesimo cosa vi ha detto? -
- Niente, non serve a farsi dare informazioni questo incantesimo. -
- Ah no? - lo incalzò Thorrin - ed allora a cosa serve tutto questo baccano che avete fatto? Per la mia barba? -
- L'incantesimo consente di palesare tracce che altrimenti sarebbero state nascoste. La forza che ha aperto quel varco è qualcosa al di là delle nostre conoscenze ed è estremamente potente, era ovvio che avrebbe lasciato tracce evidenti. -
- Se quello è un passaggio, la prima cosa che mi ricorda è il Portale Oscuro... - disse Numenor.
- Si e no. - fu Deathspike a parlare stavolta - Si perchè è un portale che consente un passaggio bidirezionale. No perchè non conduce nelle Terre Esterne. -
- E tu come fai a dirlo? -
- Perchè i residui dell'energia che hanno creato quello squarcio non sono conosciuti né dai maghi nè dagli evocatori di tutta Azeroth. Conoscere le energie con cui si ha a che fare è uno dei primi passi per entrambe le nostre discipline. - Elenid ed Halliwell stavano annuendo al discorso del mago.
- Quindi chi l'ha aperto quelo coso? Uno sciamano? - continuò il nano.
- No, solo maghi ed evocatori hanno i poteri per creare portali per trasportare persone e cose da un luogo all'altro. -
Thorrin iniziava a spazientirsi - Ho capito!!! D'accordo ma allora quella cosa da dove arriva?!?! -
- Per farla breve nano - disse il mago - da dovunque arrivi quel passaggio, una cosa è certa.... -
Deathspike non finì la frase come se avesse avuto paura di esternare quello che stava per dire.

Elenid finì la frase per lui

- Non è di questo mondo. -

***************

Il vento soffiava da Est, la temperatura era quasi tornata alla normalità. Il gruppo era in completo silenzio. Ognuno sembrava rimuginare su quanto detto dall'evocatore. Tutti quanti loro avevano avuto a che fare, chi più chi meno, con situazioni davvero bizzarre e creature altrettanto strane. Compresi demoni e non-morti, ma quanto detto aveva fatto scorrere un brivido lungo la schiena a tutti. Si trovavano di fronte a qualcosa che nessuno di loro, forse nessuno in tutta Azeroth, aveva mai visto prima.
- Sarya...come procediamo ora? - chiese Numenor seguendo la sua naturale predilezione a inquadrare le cose ed organizzare le proprie forze.
- Mmm...direi di procedere come da programma. -
- Non credi sarebbe meglio avvertire qualcuno della situazione qui? Le alte sfere dei maghi ed evocatori a Stormwind potrebbero saper cosa fare. Forse anche i saggi druidi di Darnassus -
- E cos'andremmo a dire? Eh Numenor? Che elementi abbiamo in mano? Vero, c'è questo strano passaggio, ma non abbiamo altro da raccontare. Io dico di proseguire, raccogliere altri elementi, procedere con la missione originale ed al ritorno avremo un quadro più completo da poter esporre. -
- Forse Numenor ha ragione, Sarya. - Banedon aveva fatto un passo avanti dalle retrovie.
La sacerdotessa stava scuotendo la testa - Mi sembrava che con te avessimo discusso la questione non troppo tempo fa. Ci hai forse ripensato?!? - voltò le spalle a tutti e fece qualche passo. Poi si girò bruscamente di nuovo verso di loro - Quante altre battaglie abbiamo combattuto insieme? Quante situazioni disperate abbiamo affrontato...INSIEME?!?! Questa non è differente dalle altre! Fidatevi di me come fatto in passato! - puntando un dito verso Sud, seguendo la direzione disegnata dal varco in cielo, proseguì - domani all'alba andremo laggiù a compiere eventi che saranno narrati per decine d'anni in tutta Azeroth!! Non fermiamoci adesso, amici. -
Banedon e Numenor la fissavano in silenzio.Rambosso si avvicinò a loro e poggiò una mano sulla spalla di entrambi, annuendo ed accennando un sorriso - Va bene Sarya, siamo con te. -
- Bene amici, mi fa piacere sapere che ancora una volta siamo uniti - sorrise ampiamente nel dire ciò - Ora però riposiamo, è stata una giornata molto pesante per tutti e domani dobbiamo muoverci molto presto. Numenor, puoi organizzare tu la guardia? -
- Si, certamente. -
Mentre il paladino organizzava i turni di guardia, le persone iniziavano a prepararsi per la notte. Gli elfi della notte si radunarono in disparte. - E' mai successa una cosa del genere prima? - Meushi chiese a Wolborg.
- Non so...da quando faccio parte di questo gruppo non ricordo diatribe così accese. Voi siete qui da più tempo di me, cosa dite? -
Momor, Jendevis, Manwe e Laren scossero la testa - la situazione è differente da altre affrontate in precedenza - disse la ladra.
- Faremo meglio a stare attenti...più del solito. -
- Momor! - chiamò Palladio da distante - sbrigati siamo al primo turno di guardia. -
Il cacciatore alzò un braccio verso il paladino e si incamminò. Il resto degli elfi tornò al proprio bivacco per il loro stato di semi-veglia.

Il vento freddo soffiava forte ora.

Nonostante il preludio, la notte passò senza problemi. Alle luci dell'alba tutti stavano lentamente riprendendo conoscenza. Alcuni più lentamente di altri: Thorrin, Shieed e Deathspike erano ancora in pieno sonno.
- Sei riuscita a dormire Sarya? -
- Si e no. Tu Kiriany? -
- No, sono preoccupata. Voglio continuare...ma non ti nascondo di essere tesa. -
- Ti capisco, ed anch'io mi trovo in una situazione analoga ma...mi fido del mio istinto. Vedrai, ce la caveremo come le altre volte e la FENICE sarà ricordata per molto tempo a venire. Ora muoviamoci è il momento di andare. - Sarya alzò il tono di voce e si rivolse agli altri - E' ora di andare, prendete le vostre cose e partiamo!! -

In meno di dieci minuti tutti erano sulle proprie monte ed in movimento. Man mano che che si spostavano verso Sud il territorio attorno diventava sempre più brullo contrariamente a quanto ci si aspettasse da una zona paludosa come Dustwallow. Zone umide e verdi ormai si trovavano solamente alla base delle colline che precedevano la catena montuosa,le parti elevate invece erano appunto secche e prive di vita.
Il panorama cambiò quando invece di essere solamente brullo...diventò bruciato. Terreno e piante erano stati consumati dal fuoco non troppo tempo prima.

I viaggiatori si guardavano attorno in un misto di preoccupazione ed estrema attenzione nel cercare di scorgere un barlume di vita in quella distesa desertica.
- Dovremmo quasi esserci - disse Banedon - forse ancora una collina o due.
- Si...ma mi chiedo cosa abbia bruciato tutto questo...ed in un'area così vasta poi? -
- Un grande fuoco - disse Thorrin risoluto. Gli sguardi che si posarono su di lui gli fecero capire di aver appena detto un'incredibile ovvietà. Al chè visibilmente imbarazzato e stizzito tirò le redini del proprio caprone e rallentò tornando nelle retrovie.

La stima del guerriero in merito alla distanza da percorrere era corretta, dopo due colline si ritrovarono di fronte alla vallata che portava alla montagna della tana di Onyxia.

Quello che videro però confermò le loro paure. Si trovavano davvero di fronte qualcosa di impossibile. Il terreno attorno a loro era ancora più scuro e coperto di cenere delle colline che avevano attraversato, non c'era segno di alcuna vita animale o vegetale. I pochi volatili in cielo erano ben distanti e tali rimanevano.

il terreno davanti a loro era stato squarciato da un tremendo impatto ed un enorme cratere si protendeva dalla collina fino alla montagna. Il calore sprigionato dall'impatto era stato così elevato che la terra era cristallizzata in superfice e camminarci sopra risultava come procedere su del vetro. Al termine del cratere c'era la cosa che aveva creato tutta quella distruzione. Nessuno era in grado di identificare cosa fosse, ma sembrava come se una grande struttura di metallo si fosse incastrata nella montagna. Nella parte rivolta verso di loro erano ben visibili tre grandi parti circolari, disposte a triangolo, che sembravano essere delle fuoriuscite per qualcosa: infatti tre deboli colonne di fumo uscivano dal loro centro. Quella cosa poteva ricordare una delle invenzioni che gli gnomi ad Ironforge mostravano di tanto in tanto, solamente molto, molto più grande.
- E quello cos'è?!? - chiese Shieed
- Non lo so - rispose il mago.

- Ma qualunque cosa sia...è permeato dalla stessa energia del varco! -