Autore Topic: Le fiamme del passato (VIII) - 10: Primo sangue  (Letto 2877 volte)

Sceiren

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Le fiamme del passato (VIII) - 10: Primo sangue
« il: Novembre 30, 2009, 08:17:50 pm »
10
Primo Sangue


La nebbia sfumò con un lampo rosso cremisi, poi le pupille dei due viaggiatori si ristrinsero fino a riprendere le dimensioni normali mettendo a fuoco un corridoio ricavato nella roccia.  Il silenzio era totale, solo il fischio tipico del "viaggio" echeggiava percepito dai soli due maghi per poi svanire progressivamente.
- Come ricordavo, nulla di particolare. - disse Sceiren scuotendo il capo per riprendersi del tutto ed estraendo la spada.
- Nulla di particolare, come immaginavo. - gli fece eco Imoterius appoggiandosi al suo bastone magico e contemplando per la prima volta il luogo dove era finito.  - Zio, direi che sarà una bella sfida! - sibilò il mago rivolto a Sceiren.
- Sfida? -
- Certo, non vedo l'ora di affrontare qualche bell'orchetto e non certo per farlo saltellare qua e la sottoforma di pinguino questa volta. Sarà stuzzicante vedere chi lo abbatterà per primo: se io o te. -
- O me, se non la finite... - tagliò corto July avvicinandosi ai due maghi appena rientrati.

Attraversare un portale non era piacevole per tutti: in molti casi provocava vertigini il percepire per alcuni istanti l'assenza del proprio corpo, del proprio peso, del proprio equilibrio.  Appoggiati al muro, oltre ai due gnomi, diversi altri membri della spedizione, altri barcollavano visibilmente scossi.  Ilaria, Whitescar e Nanael, sfiorando la fronte dei messi peggio, restituivano un barlume di salute, calmando i conati di vomito e i giramenti di testa.  Selune valutò che avrebbero dovuto attendere ancora qualche minuto prima di potersi disporre in formazione. In parole povere, valutò la loro vulnerabilità.
Nadìr era come una statua: immobile, attenta, con l'arco puntato verso il basso ma pronto a scattare contro la prima minaccia... tuttavia, quella situazione era più preoccupante delle grida confuse degli orchi: il silenzio era davvero surreale: l'ultima volta che erano scesi Roredrix e Selune avevano dovuto fronteggiare immediate minacce e da soli, mentre gli altri si teleportavano uno alla volta.  Questa volta gli orchi parevano essere come volatilizzati o, forse, più probabilmente appostati.  Una trappola.
- Selune, procediamo con attenzione. - sussurrò l'elfo al paladino che, evidentemente, stava ragionando nei medesimi termini.

Poco dopo, un piccolo esercito marciava silenzioso nei meandri della terra.  Roredrix e Wayscraper in testa, seguiti da Selune e Sceiren, poi July e Lòre  e via tutti gli altri. Chiudevano la fila Zigho che copriva il gruppo e Hytujaram.
- Dove pensi che siano tutti? - chiese il guerriero all'elfo guardandosi intorno.
- Non lontani, vedrai. - rispose Zigho lanciandosi un'occhiata alle spalle.
In lontananza, il riecheggiare di rintocchi metallici, come di catene che si urtavano a vicenda.
Il cuore del gruppo era tenuto al sicuro al centro: i maghi, gli evocatori e il gruppo dei curatori erano circondati dai membri più solidi.  Sarebbe toccato a loro impedire il peggio, molto probabilmente. 
Araton camminava silenzioso. Non aveva più parlato con il suo apprendista da quando avevano oltrepassato i due monoliti.  La sua concentrazione era massima, così come il timore di non riuscire a intervenire per tempo, se gli eventi fossero precipitati. Albina, se prima di raggiungere la Searing Gorge sembrava gestibile, da quando aveva inalato l'area solfurea della valle pareva come impazzita.  Anche lì, in territorio nemico, non sembrava quasi rendersi conto di dove si trovasse, spaziando con gli occhi stralunati a destra e sinistra.  Era strano, soprattutto perchè Araton sapeva bene che l'evocatrice non era novizia in quei luoghi.  Albina aveva partecipato alla prima sfortunata incursione, anni addietro.  Non riusciva a capire.  Pain invece capiva benissimo.  L'evocatore si era rintanato nel cappuccio del suo mantello color cenere e mascherava la sua estasi tra le ombre.  Sapeva bene cosa eccitasse tanto la sua avversaria perchè lo stava provando anche lui: un misto di ansia, sensuale eccitazione e ira furibonda ardeva nelle sue vene.
Era l'evocazione, la somma evocazione che sussurrava da dentro le loro ossa, nel loro sangue, per essere chiamata e solo chi aveva sfiorato le tenebre che la circondavano, poteva percepirne la presenza e ora, là sotto, nelle viscere della terra, il signore oscuro stava chiamando.  Pain tuttavia non si riteneva uno sciocco e non manifestava quanto invece Albina sembrava palesare ad ogni passo e sfruttava il suo largo mantello per nascondere il suo sorriso senza contare che lui, Pain, a differenza dell'evocatrice dalla pelle color del latte, aveva un compito da svolgere e neppure quella sensazione lo avrebbe distolto.  Era troppo importante.
Il corridoio svoltò a destra per interrompersi di fronte ad una pesante cancellata di legno e ferro, calata dal soffitto.
- Oltre questa porta c'è la sala... - sussurrò Bryger a Lùce.
La sacerdotessa annuì poi si voltò verso il paladino con un sorriso che mal si adattava al suo viso. 
- So badare a me stessa. Prega per te. - e in una vampata grigia venne circondata dalle ombre. 
Bryger non si lasciò impressionare da quella trasfigurazione e senza aggiungere altro, strinse la sua arma prediletta, pregando di poterla utilizzare al più presto.
- Lòre, verifica la chiusura.  Mamiya, Ilaria, Panteoni, Lùce e July, utilizzerete la magia per aiutare a sollevare la cancellata.  Wayscraper, Hytujaram, Barrentrak e... Bryger, voi la solleverete.  Rore, tu con me e Nanael e la copertura di Zigho e Yukina entrerai nella sala e bloccherai qualunque cosa dovesse arrivare. Gli altri a entrate più rapidamente possibile dopo di noi.-
- Selune, ma io cosa centro! Perchè non ci pensa Rore alla grata ed io alla stanza? - protestò Bryger mentre scuotendo il capo riponeva la sua mazza nel fodero.
- Perchè a te piace sudare!- ghignò Selune dando una pacca sulla schiena all'amico.
- E ricordate, dall'altra parte potrebbero non esserci solo semplici orchi. Quindi pronti a tutto.  Appena Roredrix sarà dall'altra parte, passate alla svelta, non perdete tempo.  Prima saremo tutti insieme prima potremo respingere eventuali minacce. - concluse Nanael.
Il ladro si avvicinò alla pesante serratura e cominciò ad armeggiare con alcuni ferretti e molle. 
- Ma che sta facendo con quei cosi? Cosa? - Tempesta saltellava dalle retrovie cercando di vedere qualcosa, ma persino per lei era complicato avvicinarsi.
- Sshhhhh! - provò a zittirla Pantheoni - Mi deconcentri.
- Ma che fa! Dimmelo almeno, no? Devo sapere! Devo esse pronta! -
Il prete scosse il capo sperando di non compromettere il suo incantesimo di levitazione. Lo teneva sospeso, pronto a pronunciare la sillaba di attivazione all'unisono con gli altri sacerdoti in modo da rendere meno pensate il lavoro ai quattro guerrieri.
- Allora, allora, allora, allora? -
- Piantala! -
- Ora! - disse Ilaria nel momento esatto in cui sentì scattare la serratura.  Contemporaneamente quattro preti formularono il loro incantesimo, mentre il quinto si morse la lingua per evitare di dire cosa stava pensando in quel momento sulla fastidiosissima gnoma.
Wayscraper e gli altri afferrarono la cancellata e spinsero verso l'altro e anche grazie alla magia, la sollevarono. 
Come da piano, Roredrix con una capriola passò sotto e si alzò nella stanza successiva seguito poco dopo dagli altri. 
- Più... più di così, non penso... - biascicò Barrentrak mentre il sudore gli imperlava la fronte e rendeva sempre più difficile la presa.
- Ci penso io! - Zaltar saltò dalla sua posizione arretrata fino alle spalle dei compagni ormai allo stremo e sfiorò lo scivolo di ferro sul quale scorreva la pesante cancellata.  Una scheggia di ghiaccio saettò dal basso verso l'alto formando un perno.
- Veloci! - sussurrò Nanael da dentro la stanza agli altri membri del gruppo.
Zigho fu l'ultimo a passare e poco dopo il ghiaccio cedette, facendo piombare giù le tonnellate di legno e acciaio, di nuovo al loro peso naturale.
Il tonfo fece tremare le ossa anche ai morti... e di morti ce ne erano davvero tanti.
La stanza di Razergore. 
Lùce si sentì trafitta da una lama. I suoi occhi non riuscivano a distogliersi dalla pedana alla sua sinistra, la stessa pedana dove anni prima tre orchi magi l'avevano uccisa.
La stanza, a differenza di come i veterani ricordavano, era avvolta nella penombra.  Carcasse di orchi tappezzavano il pavimento in macabre e grottesche composizioni, mentre al posto delle uova che riempivano gran parte dello spazio calpestabile, ora solo resti di guscio, ammuffiti.
Selune non si fidava. Era strano, e le cose strane nonchè poco note erano da sempre quelle che lo preoccupavano maggiormente.
Sceiren fissò gli angoli nord est e nord ovest della sala.  Nella penombra non riusciva a vedere se i due corridoi fossero ancora agibili, tuttavia ricordava fin troppo bene cosa uscisse da essi per sottovalutarli.
- Way, tu, July e il primo gruppo procedete spalle al muro verso sinistra.  Rore, tu Ilaria e il secondo gruppo spalle al muro verso destra.  Assicuratevi che non ci siano sorprese nei corridoi laterali.  Gli altri con me, faremo lo stesso dalla parte opposta.-
Albina si mosse verso sinistra, così come Araton, mentre Pain col gruppo principale.  L'immobilità di quella stanza aveva qualcosa di angosciante.  La puzza di orchi in decomposizione era fortissima, dava il voltastomaco. 
Il gruppo di centro si allargò a ventaglio pronto a parare il colpo se fosse arrivato, ma nessuno si scagliò loro contro da quei corridoi. 
- Selune, guarda qui. - disse Nadìr indicando una chiazza nera sul pavimento.
Il paladino spostò uno dei cadaveri e annuì gravemente ad una chiazza di sangue nero di proporzioni notevoli.
- Qui deve essere caduto Razergore secondo me. -
- Ma come caduto? - Chiese Yukina evidentemente deluso e contrariato.
- Non so cosa dirti, vedi anche tu quello che vedo io no? -
- Sì che lo vedo, ma questo non mi aggrada di certo. Non sono qui solo per la puzza di questa feccia, ma per qualcosa di più... -

                                                                                          * * *

Era il momento.  Il gruppo era diviso in tre parti.  Le squadre di destra e sinistra perse nell'ombra. Era il suo momento.
Mentre Yukina discuteva con Selune e il gruppo era interessato alla strana piega che stavano prendendo gli eventi, si allontanò, tornando indietro.

                                                                                          * * *

- Nulla, proprio nulla. E secondo me nulla nemmeno dall'altra parte. - disse July fissando Wayscraper che si grattava la fronte non sapendo che dire.
- Molto strano. - fece eco Zaltar.
- Qualcuno qui deve aver fatto arrabbiare la mammina. - sibilò Albina quasi ridendo.
- Chiunque si sia arrabbiato si è fatto sentire. - concluse asciutto Araton. Poi il boato.  Parte del soffitto franò verso il basso, piombando come una frana di marmo e roccia su parte del gruppo.
Wayscraper afferrò il nano per lo zaino e lo scagliò verso il centro prima di saltare via a sua volta, evitandogli una precoce sepoltura. Zaltar scomparve per comparire scosso, ma illeso, poco più in là.  Yukina scomparve nei detriti, mentre Araton, colpito da un masso, scaraventato al centro della stanza, perse conoscenza.
- Bene, bene, bene, bene. Pare proprio che sia giunta l'ora. - Pain con il suo pugnale sacrificale stretto in mano avanzava verso l'oscurità, ma era evidente che quell'ostacolo era nulla, di fronte alla sua determinazione.
Poco più in là, nel corridoio che un tempo brulicava di orchi, una gigantesca bestia pelosa ringhiava e si contorceva nel dolore.  I numerosi aculei che le uscivano dalla schiena in più parti erano stati spezzati da schegge di roccia affilate come rasoi che avevano perforato la schiena della bestia.  Il muso era schiacciato in più punti e sanguinava copiosamente.  Una zampa era poco distante dal corpo, strappata dalla furia della frana, le altre tre erano in preda a spasmi incontrollabili.
- Ottimo trucco, davvero mi compiaccio. - continuò l'evocatore avvicinandosi fino a quando la bestia ebbe un sussulto e esplose in una pioggia di carne e sangue nero.  Una sfera di ombra squarciò le carni della creatura e puntò direttamente all'aggressore.
- Non penserai che questo possa impensierirmi, mi offendi femmina! - urlò Pain accucciandosi ed evitando il colpo di Albina che in una maschera di sangue non suo emerse dai resti del servo che aveva sacrificato per salvarsi.
- Tu.-
- Sì! Io! Io per sempre, Albina! Sapevi che sarebbe accaduto! -
L'evocatrice si asciugò del sangue dagli occhi poi estrasse a sua volta il pugnale sacrificale e fece un passo verso l'avversario.
Dietro di loro solo macerie e il rombo della frana che pareva non volersi quietare.
- Ho atteso, ho atteso a lungo il momento di strapparti il cuore e vedere se è bianco come la morte, come si dice in giro. -
Albina fece un altro passo.
- Molto teatrale da parte tua. - sibilò la donna prima di gridare le sillabe del suo incantesimo.  Pain immaginava una mossa offensiva diretta, non qualcosa di così poco utile: l'evocatrice venne circondata dalle fiamme che pochi attimi dopo divamparono in un anello sempre più esteso, rinfrescandosi da sbuffi sempre più rapidi.  Le ondate concentriche di fuoco e ombra travolsero Pain scagliandolo contro le rocce alle sue spalle, ma indebolirono ulteriormente la struttura che riprese a franare in più punti.  Le fiamme ustionarono le braccia di Albina che gridò di dolore e piacere, prima di interromprere le fiamme dell'inferno che sentiva ardere dentro per evitare l'ennesimo masso.
Pain tossì poi si alzò in piedi battendo le mani.  Aveva perso di vista la sua preda.  Fumo e polvere mascheravano le cose.
- Bene, ben fatto davvero, astuta come immaginavo, ma non letale come me, per tua sfortuna.

Un grido lancinante fece accapponare la pelle di Ruggine. 
- Cos'è stato? - esclamò stringendosi la pancia.
- Albina. - rispose secco Shaday.
- Muovetevi con quelle pietre! Presto! - urlò Selune.  Pregava di arrivare in tempo.

La pelle del collo, come si fosse assottigliata, si stava squarciando in più punti.  Albina trattenne il fiato, poi un'altro grido le esplose da dentro, non aveva potuto trattenerlo.  Sapeva bene cosa le stava succedendo. Pain l'aveva maledetta, prima di iniziare lo scontro, molto prima probabilmente.
Le gambe iniziarono a tremare ed anche le braccia cominciarono a sanguinare. Lì il dolore era ancora maggiore, in quanto le ustioni che si era procurata per dare potere all'incantesimo precedente si univano agli effetti di Pain.  Era in svantaggio.  E questo la eccitava.  L'evocatrice afferrò una manciata di zolfo e disegnò un piccolo quadrato per terra, poi pronunciò il nome del suo famiglio che in una vampata di fiamme gialle comparve al centro del quadrato.
- Ti ordino di attaccare la minaccia. - ringhiò l'evocatrice, ma per la prima volta il demonietto parve come non capire o ignorare l'ordine e rimase fermo a fissarla con quei tizzoni incandescenti che aveva al posto degli occhi. 
La donna si chinò e sorrise, quasi fino a sfiorare il lungo naso del demonietto che aveva evocato.
- Avverti il mio dolore, vero?, sussurrò, credi di potermi sfuggire, pensi di potertene tornare libero e felice... sbagli. - e puntò il dito contro la creatura che si schiacciò nel quadrato in preda a spasmi. La mano dell'evocatrice scattò in avanti afferrando per il collo la creatura, impedendole di gridare.
- Ora tu mi ubbidirai. - il demonietto era terrorizzato.  Tra gli spasmi annuì per quanto possibile.  Albina sputò sangue proprio unito a quello della bestia che aveva usato come scudo, poi liberò il demoneitto che, tra mille inchini, saltellando scomparve dietro ad un masso.
Le avrebbe permesso di guadagnare qualche secondo. Pain non era uno sprovveduto, avrebbe ucciso il famiglio con un gesto per poi avventarsi su di lei.
Albina fece un passo, poi la maledizione le strappò le forze e le gambe non la ressero più, lasciandola cadere per terra. Era esanime.

Un esplosione proiettò la sua luce dalle mille fessure tra masso e masso oltre il corridoio.  Whitescar si riparò gli occhi per evitare di ferirsi, poi la penombra torno a reganre nella grande sala quadrata.
- Altre urla, non umane.  valutò Lòre.
- Adesso basta! - Bryger afferrò la Mano di Ragnaross, la sollevò e ruggendo la scagliò contro la frana frantumandone gran parte ed aprendo un varco.  Il soffitto riprese a tremare e grossi blocchi di roccia si staccarono.
- Adesso! - Imoterius annuì a Sceiren e entrambi afferrarono Selune per il braccio prima di teletrasportarsi oltre il varco aperto da Bryger.

- Continui ad insultare la mia intelligenza. Mi consideri così inoffensivo da farmi distrarre da un semplice abitante dei livelli superiori?- Pain sicuro di sè avanzava tra le macerie alla ricerca della sua preda.
- Quando avrò il tuo cuore potrò completare il rituale. Non dirmi che la cosa ti è mai passata per la mente! - non era una domanda.
Albina ormai distingueva a stento le parole dell'evocatore.  Le maledizioni che gli doveva aver scagliato contro non erano opera di dilettante e le ferite aperte erano sempre più numerose.
- Ed infine, eccoti. - sentenziò Pain abbassando il pugnale. - Non soffrirai molto di più di quanto già non stia facendo, non temere e potrai vantarti negli ultimi attimi di diventare parte della evocazione più potente mai pronunciata! -
- Crepa! - e sputò a terra altro sangue.
Pain strinse i denti, poi sollevò il pugnale sacrificale e si avvicinò.
- E' tempo, Albina! Il mio tempo! E quando ti risveglierai tra i tormenti dei livelli più profondi dell'inferno, non dimenticare mai quale è stata la mano che ti ha strappato via la vita!-
- NO! - gridò Sceiren comparendo tra Pain e Albina proprio in linea con la traiettoria del pugnale sacrificale che colpì il mago in pieno petto.
Il "No" di Pain prese il posto di quello del mago.
« Ultima modifica: Settembre 08, 2010, 09:33:28 am da sceiren »

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

Kimmolauz

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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #1 il: Dicembre 01, 2009, 10:28:29 am »
 O0 O0 O0 O0

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albina

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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #2 il: Dicembre 15, 2009, 03:14:39 pm »
adesso leggo che mi succede ........
pain mi sta sul culo cmq  :eheh:

Kimmolauz

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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #3 il: Dicembre 15, 2009, 04:19:16 pm »
adesso leggo che mi succede ........
pain mi sta sul culo cmq  :eheh:

finisci un po....male...lol

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Culurjones pacco monotasto

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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #4 il: Dicembre 15, 2009, 09:01:45 pm »
Un riassunto ? è troppa 'sta roba da leggere...



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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #5 il: Dicembre 16, 2009, 08:51:18 am »
 rofl rofl rofl rofl
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Sceiren

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Re: Le fiamme del passato (VIII)
« Risposta #6 il: Dicembre 16, 2009, 01:28:08 pm »
Un riassunto ? è troppa 'sta roba da leggere...

ahhh, svilisci il tuo ruolo... dovrò prevedere un ridimensionamento del tuo ruolo, che sò, a cricieto... mmm, sisi, a critter! Vedrai cosa ti combino! ahhaah

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren