Autore Topic: Le ali della FENICE X pt.2  (Letto 1480 volte)

Shockwave

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Le ali della FENICE X pt.2
« il: Agosto 18, 2011, 08:00:43 pm »
- Dannazione, DANNAZIONE!! Questi stupidi sassi non sono per nulla stabili. Non possiamo scavare e non abbiamo gli strumenti per poter puntellare e poter spostare le pietre in sicurezza! - Thorrin parlava in fretta più a se stesso che non alle persone che gli erano attorno. Tutti erano riusciti a scampare alle roccie tranne Halliwell, la cui gamba sinistra era rimasta intrappolata. Rambosso aveva cercato di porre rimedio alle ferite, rendendosi amaramente conto però che la magia sembrava ancora non funzionare come avrebbe dovuto. L'evocatrice si reggeva alla spalla di Manwe con la gamba ferita piegata e sollevata da terra.
Le rocce bloccavano del tutto l'accesso alla caverna di sinistra e parzialmente quella di destra.
- Gli altri ce l'avranno fatta? - chiese Halliwell
- Non lo so – disse Palladio – dovremmo trovare un modo per passare dall'altra parte per poterlo sapere. Conosci qualche incentesimo? -
- No...nessuno utile ora. Avrei bisogno di un portale dall'altra parte per poter attraversare le rocce...e di certo non ho avuto modo per piazzarlo prima. E' successo tutto così in fretta... -
- Proseguiamo allora – disse Thorrin – gli altri potrebber aver bisogno d'aiuto. Noi ce la siamo cavata con poco. -
Il gruppo riprese la marcia imboccando la galleria di destra.
- Sento qualcosa – disse Halliwell. Il volto era imperlato di sudore, la gamba le faceva molto male dato che le cure di Rambosso non erano riuscite a rimarginare le ferite del tutto.
- Io non sento nulla – disse il nano dopo aver portato una mano all'orecchio sinistro.
- No, non intendevo un rumore. Un residuo. Un residuo energetico. -
Tutti si guardarono con un'espressione interrogativa
- A pensarci bene, credo di poter essere l'unica a sentirlo. Gli altri potrebbero esser Elenid e Deathspike, ma non sono qui. -
- Intendi l'incantesimo di ieri giusto? - chiese Rambosso
- Si esatto -
- Ma può essere arrivato fino a qui?!?! - disse Palladio
- Normalmente un incantesimo di quel genere ha portata anche maggiore. E' magia antica ed utilizza forze oscure in maniera un pò troppo...ehm...disinvolta. Per quello è stata "dimenticata" – si fermò per una smorfia di dolore e deglutì – Comunque...è in quella direzione che sento qualcosa. - disse puntando la mano verso il fondo della caverna.
- Andiamo avanti allora! - disse Thorrin e riprese il cammino a passo spedito raggiungiendo Manwe.
A meno di una ventina di metri da loro la caverna svoltava verso destra. Poco prima della svolta Laren richiamò l'attenzione di tutti – Guardate le pareti. -
Il gruppo si fermò e le torce furono avvicinate ai muri. La copertura biologica che permeava le caverne sembrava fermarsi esattamente allo stesso punto su pavimento, mura e soffitto.
- Dall'altra parte non era così – confermò Jelanda – era molto più...erratica. Non c'era un taglio netto tra la roccia e questa cosa. Mi chiedo se non sia legato alla question del residuo di cui parlavi prima -
- Credo proprio di si – disse Manwe che, portatosi avanti di qualche passo ancora, aveva svoltato e fissava ora qualcosa davanti a sé – venite a vedere. -
Non appena il resto delle persone oltrepassò l'angolo fu possibile a tutti vedere una luminescenza azzurra che fluttuava vicino ad una parete. Le dimensioni erano circa quelle di un umano e l'intensità del bagliore sembrava aumentare e diminuire ad un ritmo costante.
- Quindi questo sarebbe uno dei varchi che avete reso visibili – disse Rambosso – se davvero di un varco si tratta. -
- Oh...questo si scopre in fretta – disse Jelanda raccogliendo un sasso da terra e scagliandolo in direzione del varco. La roccia entrò nella luminescenza. Ma non ne uscì dall'altra parte.
- La vostra teoria sembra corretta – disse Laren – ma dove conduce quella porta, davvero non voglio saperlo! -
- Nemmeno io – disse Thorrin – torniamo indietro. Tanto più che la caverna finisce la dietro. Non possiamo continuare comunque. -

Il gruppo riprese a ritroso il cammino. Superata la barriera di rocce, l'orso di Thorrin iniziò a ringhiare. Il cacciatore si fermò di colpo e, con una velocità che nessuno si sarebbe aspettato, sfoderò e puntò l'arma verso il buio.
- C'è qualcosa la – sussurrò il nano.
Osservando con attenzione era davvero possibile veder qualcosa muoversi tra le ombre.
- Il gruppo? - chiese Rambosso
- Temo di no – rispose Thorrin
- Andiamo a vedere – disse Laren prima di scomparire fra le ombre. Jelanda fece lo stesso.

Le ladre si muovevano silenziose come le ombre nelle quali si erano nascoste. La visibilità era molto scarsa ma riuscirono ad un tratto a distinguere delle creature che parevano accovacciate al suolo. Alcune immobili. Altre che si spostavano lentamente. L'umana e l'elfa si immobilizzarono. Una della creature si stava spostando allontanadosi da loro. Procedeva lentamente spostandosi sui quattro arti, la testa era stranamente lunga e pareva molto liscia, Laren non riusciva a scorgere occhi di nessun genere, ma questo non la tranquillizzava. Creature abituate all'oscurità potevano aver poca necessità di occhi molto sviluppati. La creatura continuò il suo cammino fino ad arrivare in una specie di nicchia dove si accovacciò fino a diventare quasi invisibile. Si nascondevano lì dentro. E loro avevano camminato in quella cosa per quasi tutto il tempo. Chissà quante altre creature avevano già incontrato senza rendersene conto. Di sicuro una l'avevano mancata di pochissimo: quella che si trovava ora di fronte alla ladra.

Distratte da quella che si stava allontanando da loro, Laren e Jelanda non si erano rese conto di quella. Laren cercò molto lentamente di raggiungere la spada al suo fianco. In un istante la creatura sollevò un braccio e cinse Laren per la gola sollevandola da terra. L'umana portò entrambe le mani su quella della creatura cercando di aprirla. Era fredda al tatto e pulsava ad un ritmo costante. Nonostante tutti i suoi sforzi nessun segno di cedimento pareva esserci. Per quanto la riguardava, la mano poteva esserle stata saldata attorno al collo. L'ossigeno iniziava a mancarle e così le forze. Fu allora che Jelanda intervenne. In qualche modo era riuscita a sgattaiolare alle spalle della belva ed estratte spada e pugnale conficcò entrambe le armi nella schiena dell'aggressore. Solo che le armi non sortirono l'effetto desiderato. Due ferite si aprirono ma erano più superficiali che altro. Gli schizzi di sangue che ne fuoriuscirono la investirono sul volto e braccia e fu allora che il dolore lancinante iniziò. Jelanda iniziò a gridare portandosi ciò che restava delle mani al volto e buttandosi a terra.
Due torce furono lanciate dal gruppo nella retroguardia ed atterrarono in prossimità delle ladre e delle creature. Queste ultime, scansarono il fuoco delle torce allontanandosi, come se lo temessero davvero. Nello spostarsi le creature si rivelarono in tutta la loro altezza. Ben più alte di un elfo della notte la loro struttura era poderosa, ma allo stesso tempo essenziale. Non indossavano armature, ma braccia, gambe e la ora visibile coda sembravano decisamente resistenti.
- Per Muradin!! - disse Thorrin prima di aprire il fuoco sulla creatura che stava strangolando Laren. Il proiettile centrò la spalla del mostro che però non allentò la presa. Altre tre creature iniziarono a correre verso di loro. Il compagno animale di Thorrin partì alla carica. Allo stesso modo fece Manwe dopo essersi tramutato a sua volta in orso. Gli orsi riuscirono ad interrompere la carica delle creature che combattevano con una forza e velocità che mai Manwe aveva incontrato sinora. I loro artigli affondavano nella coriacea pelle dell'orso senza porsi problemi di alcun genere. Al contrario, i suoi colpi miglior intaccavano solamente la corazza degli assalitori.

Le migliori cure di Palladio e Rambosso riuscivano a stento a chiudere le ferite inferte ai due soli bastioni che li dividevano da quell'orda. Nelle retrovie delle creature, il loro numero pareva essere aumentato. Halliwell iniziò allora a scagliare incantesimi per cercare di sfoltire tale gruppo. Nel farlo si rese conto che Jelanda era immobile a terra, ma Laren e la creatura che la teneva erano scomparse. Con un grido l'evocatrice chiamò a se un demone armato di un'insanguinata ascia bipenne e lo scagliò nella mischia.
Thorrin aveva iniziato a suddividere i prorpi attacchi con le magie di cura che conosceva per aiutare il proprio compagno anche perchè si era presto reso conto che i sui attacchi non sembravano portare alcun tangibile beneficio. Fu allora che una pioggia di fuoco cadde sulle creature. Halliwell era in piedi con il braccio detro alzato e stava recitando l'incantesimo. Come per le torce prima, le creature iniziarono a scappare in varie direzioni, sembravano davvero essere vulnerabili alle fiamme. Le creature incendiate si rotolavano a terra cercando di estinguere la fiamma ma per qualche ragione il fuoco sembrava attechire su di loro in modo molto efficace.
- Ah...beccati!! - disse l'evocatrice con un sorriso sulle labbra. Palladio e Rambosso non avevano smesso un solo istante di lanciare incantesimi di cura e protezione ed il paladino iniziava ad essere a corto di energie. Una rapida ricerca sulla cintura gli fece raggiungere una fiala contenente un liquido di colore azzurro. La stappò e ne trangugiò  il contentuto recuperando parte delle enrgie necessarie per altri incantesimi.
Halliwell nel contempo continuava a mietere vittime con i suoi incantesimi basati sul fuoco la situazione sembrava essersi ribalatata, ora erano le creature ad essere sulla difensiva. Ma non durò per molto: la linea di difesa dei due orsi e del demone reggeva, i curatori erano allo stremo e l'attenzione di tutti era rivolta verso il centro della caverna. Nessuno fece caso alle due creature che, dal soffitto, piombarono su Halliwell e Palladio.
- Nooo...lasc....mpfhhhh – l'evocatrice si trovava con entrambe le mani di una delle creature sul volto e la pioggia di fuoco s'interruppe. Subito nuove creature si fecero avanti dalle retrovie.
Palladio colpiva il suo aggressore come meglio poteva ma il suo martello da guerra non scalfiva nemmeno la superficie dell'alieno che afferrò per le spalle il paladino e lo sollevò da terra girandosi di scatto. Nella rotazione, la sua coda colpì in pieno Rambosso che nel frattempo stava cercando di dare il tutto per tutto per tenere in vita Manwe che ora si trovava da solo a confrontarsi con tre creature, il compagno animale del cacciaore infatti era riverso al suolo immobile.
Il sacredote, sbalzato all'indietro, colpì il muro di rocce franato di recente e cadde prono a terra. Il paladino ancora in completa balìa dell'alieno non fece in tempo a notare il volo del compagno, la sua attenzione era del tutto assorbita dalle zanne che si trovava allaltezza del volto. La creatura stava spalancando le sue fauci, rivelando una seconda, più piccola, fila di denti su entrambe le arcate. L'ultima cosa che il servitore della Luce vide fu proprio questa seconda bocca che scattava verso di lui.
- Maledetti!!!! Lasciateli!!!!!!!! - La creatura nemmeno si rese conto del nano a fianco a lui che inveviva e lo colpiva con la sua ascia a due mani. Mantenendo il paladino con una mano, colpì il nano con l'altra e balzò in avanti tornando verso il suo gruppo. Thorrin cadde all'indietro perdendo l'arma.

Manwe combatteva strenuamente, ma senza supporto da un curatore, le ferite si aprivano sempre più in fretta ed ogni attacco a segno portava con se il sangue dei nemici che corrodeva i suoi arti ed il muso. In quel momento le creature che trasportavano Halliwell e Palladio gli passarono accanto. Con un ruggito, Manwe si alzò sulle zampe posteriori ed atterrando caricò portando con se le creature: non le avrebbe lasciate andare via con i suoi compagni. La sua carica però durò brevemente. Altre due creature si avventarono su di lui con artigli affilati e ferocia inaudita. L'azione disperata dell'elfo consentì però di ristabilire per un istante le sorti dello scontro. Halliwell riuscì a liberarsi per il tempo necessario a lanciare un incantesimo. Delle ondate di fuoco iniziarono a farsi strada partendo dall'evocatrice e bruciando tutto ciò che si trovavano attorno. Almeno una ventina di creature furono investite dalle onde di fiamma e la caverna si riempì di goffi corridori infuocati che si gettavano contro le pareti ed il suolo, scontrandosi tra di loro cercando di estinguere il fuoco.
Rambosso riprese i sensi rendendosi conto che qualcuno lo stava trascinando dalle spalle – Che succede? -
- Ti sei ripreso! Ce la fai a camminare? -
- Si, ce la faccio – disse mentre recuperava l'equilibrio – ma gli altri? Cos'è successo? -
- Temo che siamo rimasti in vita solo noi due...e non lo faremo a lungo se restiamo qui. Quelle bestiacce sembrano davvero inarrestabili, solo il fuoco sembra fargli paura. -
- Tu sei ferito! - disse il sacerdote notando le profonde cicatrici da ustione sul volto e braccia del cacciatore
- Si, ma non possiamo preoccuparcene adesso, dobbiamo andare! -
- Andare? Dove? - rivolse lo sguardo verso la zona dello scontro. Ondate di fuoco stavano divampando ovunque e le creature in fiamme correvano all'impazzata. Alcune di loro impattarono con violenza contro le rocce franate.
- Al varco...quella cosa di cui parlava Halliwell prima -
- Per far cosa? Non vorrai attraversarla?!?! -
- Hai altre opzioni? Restare qui significa andare incontro a morte certa. Hai visto come ci hanno ridotto in meno di due minuti e quelle persone – disse puntando il dito indice verso il fuoco – erano tra i migliori combattenti che avessi mai visto!! -
Il sacerdote rimase in silenzio, poi rispose – No, no ho alternative migliori. Ma se lo attraversiamo non abbiamo idea di dove possiamo finire, potremmo ritrovarci in un posto anche peggiore di questo. -
- Allora significa che la nostra ora è arrivata – disse risoluto – e che non avevamo modo di scamparla. Che vuoi fare ora? Io sono intenzionato ad andare, il tempo stinge davvero.
Altre rocce caddero spinte dagli alieni in fiamme ed il passaggio, già esiguo, arrivò a chiudersi del tutto.
Solo il bagliore azzurro del varco illuminava la caverna. Lo stridio delle creature e le grida si stavano affievolendo. Forse per la roccia che li divideva, forse perchè le creature si erano allontanate o erano definitivamente cadute.
- A questo punto – disse Rambosso – siamo obbligati a provare. Anche volendo, non potremmo restare qui. Ma...il resto del gruppo... -
- Non sappiamo nemmeno se sono ancora vivi – disse il cacciatore – e se lo sono, allora prego tutte le divinità affinchè riescano ad uscire da qui il prima possibile! -
detto questo voltò le spalle al sacerdote e si diresse verso il varco. Di fronte alla luminescenza azzurra si fermò, strinse i pugni e disse – Pronto! -
Uno scudo di Luce, lanciato dal sacerdote, lo avvolse prima di tuffarsi dentro quel passaggio.
Come per la pietra prima, nessun rumore di atterraggio. Il nano era semplicemente svanito.
- Tocca a me – disse ad alta voce Rambosso e volgendo la testa verso le rocce dietro di sè – Amici, spero con tutto il cuore che la vostra sorte sia stata migliore di questa – dopodichè intonò il canto per ricevere la protezione di Luce che poco prima aveva protetto il cacciatore. Con passo deciso attraversò il varco.

Una forte sensazione di freddo lo avvolse completamente. L'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi gli sembrò essere il rumore del vento.