TDO Forum

Il Covo dei Tessitori di Ombre => Racconti Lunghi => Racconti => Le fiamme del passato - Cronache dei TN Atto I => Topic aperto da: Sceiren - Febbraio 25, 2010, 01:15:32 am

Titolo: Le fiamme del passato (XII) - 14: una corsa al rallentatore
Inserito da: Sceiren - Febbraio 25, 2010, 01:15:32 am
Ricordi da incubo... per chi l'ha vissuta ai tempi!
Buona lettura!


14
Una corsa al rallentatore


Le ombre indistinte del mondo si distesero in linee di colore sempre più nitide.  Marrone, bianco, nero, rosso.  Due occhi grandi, azzurri come l'acquamarina e profondi come le miniere della vecchia Ironforge.  Un vortice tolse valore alla realtà poi ancora quegli occhi color del cielo ed altri occhi, altre pietre preziose estratte dal più profondo del subconscio, due mobili occhi neri come l'acciaio maledetto delle miniere di Molten Core.  Non riusciva a mettere a fuoco nessun particolare per più di pochi secondi perchè lingue di fuoco incandescente gli strappavano il respiro, impedendo la concentrazione su nulla per più di pochi attimi.  Nero, azzurro, oro, color dell'oro, una distesa di capelli color dell'oro, racchiusi in un vortice perfetto e grazioso, come l'acqua di un ruscello di montagna che zigzaga tra le rotonde rocce del suo fiume... una treccia.
Un calore rassicurante lenì il dolore diffuso e il bruciore nelle sue vene permettendogli di espirare, come se accogliesse l'aria nei polmoni per la prima volta.
Una tozza mano,la sua, incerta si alzò verso i suoi occhi.  Era vivo.  Si accarezzò la barba imbrattata di terra e sangue... anche quello il suo senza dubbio.
- Selune, si sta riprendendo! -
Riconosceva quella voce.  Whitescar.
Ilaria continuava a fissarlo dritto negli occhi, impassibile, ma con quell'aura di pacata tranquillità che lo ristorava ogni istante di più. 
- E' passata, non so come, ma sei vivo. -
- Se...lune. Cosa...?-
- Vuoi sempre fare tutto di testa tuo, cocciuto, maldestro nano senza futuro... - era dura, era implacabile, era terrorizzata.
Bryger si voltò lentamente verso la voce e la vide, bellissima, avvolta dalle ombre, quasi eterea. Lùce sembrava come dissolversi in un turbinio convulso di vapori violacei, ma il vecchio paladino conosceva troppo bene la ragazza per non cogliere quel dolore insito nelle sue parole.  Non era morta la Lùce che amava come una figlia, era lì, nascosta, come il gioiello nella gemma grezza, come l'alba nella notte, come la fede nella cecità della disperazione.
- Sto bene, ragazza, e levatevi di torno! - cercò con la mano la sua arma prediletta e, trovata, la usò per appoggiarsi e rimettersi in piedi.
- Che stiamo aspettando? - dalla fronte una delle molte ferite riportate si riaprì improvvisamente.  Ilaria non perse tempo e toccandolo arrestò  l'emorragia.
- Occorre che ti bendi, Bryger. E non solo sulla fronte. -
Senza perdere tempo Araton afferrò alcuni stracci di tela di rune, trovati lungo il cammino, e le tagliò in strisce di pochi centimetri di larghezza. Preso, poi, un unguento medicinale, lo spalmò lungo il lato interno e lo passò alla sacerdotessa.
- Meglio se gliele applichi tu... -
- Una mummia... che vergogna...-
- Non sarai più ridicolo del solito. - lo punzecchiò Zigho. 
Bryger attese pazientemente che Ilaria gli fasciasse la fronte, le braccia ed altre mille parti prima di opporsi con tanta energia  da rendere evidente che il suo stato di salute gli permetteva quantomeno di camminare e, infatti, dopo l'ennesima protesta, Selune si decise a interrompere i curatori: non potevano fermarsi per altro tempo per curare un nano sano.
- Rimettiamoci in marcia, infondo, le botte in testa che ha ricevuto pare abbiano esaurito il loro effetto calmante...- e sorridendo riprese a far strada.

* * *

Le scale si attorcigliavano su loro stesse come le spire di una gigantesca anaconda.  Si saliva.  L'aria dapprima carica di zolfo e polvere diventava sempre più fresca, sempre più respirabile.  Dopo lo scontro con Vaelestraz l'atteggiamento del gruppo era notevolmente cambiato: se l'approccio iniziale era quello dell'esploratore, ora un guerriero calpestava il suolo di Blackwing Lair.  Non vi era sentinella o creatura ostile che venisse lasciata indietro.  Il gruppo si muoveva come una sola entità organizzata, implacabile.  Persino Soncritters e Tempesta davano una mano per come potevano distraendo con i loro incantesimi gli avversari quando ne avevano l'opportunità.
Dopo uno scontro con tre "Draconici", una sorta di umanoidi, blasfemi esseri dalla testa e le ali di drago, le braccia di uomo e il resto del corpo di un centauro dannato, alla luce di decine di torce si aprì un corridio immenso.  A destra e sinistra, due file di strane torrette a distanza di tre, quattro metri la prima dalla successiva.  In mezzo nulla, solo alcune chiazze scure, come di sangue rappreso.
- Cosa ne pensi Sceiren? - chiese Selune al mago indicando le torrette.
- Non ne ho idea, ma una cosa è certa: sono avvolte dalla magia. -
- Sono trappole. - disse sicuro Lòre.
- Come fai a saperlo? -
- Selune, fidati, sono trappole. Ne ho viste di simili, anche se meno grandi e, di conseguenza, meno potenti, all'MI7 di Stormwind.-
- Ok bello, se le hai visto, che ne dici di fare meno il misterioso e dirci a cosa servono! - disse July avvicinandosi minacciosamente.
- Se sono simili a quelle del nostro centro di addestramento, dovrebbero avere un solo scopo: impedire a chi non è autorizzato a passare di fuggire una volta attivate. -
- Un po' come la nostra trappola congelante... - disse Yukina annuendo gravemente.
- Qualcosa del genere, sì.  Solo mi stupisce che non vi siano sentinelle a protezione del passaggio... -
- Beh, se proprio vogliamo continuare a stupirci dopo aver visto Razergore disintegrato chissà come, l'Oracolo impazzito senza alcun motivo e chissà cos'altro dall'altra parte, accomodatevi, io invece mi chiederei e ti chiedo: puoi disattivarle? - tagliò corto Wayscraper grattandosi la barba del giorno prima.
- Sì, credo di sì, ma mi occorrerà del tempo. -
- Va bene allora: ecco cosa faremo. Silenzio! E ascoltatemi, ne vale della vostra, della nostra vita qui,  Nanael non aveva più pazienza,  Lòre, tu andrai avanti, passeremo tutti spalle al muro, in modo da evitare di attivare le trappole della fila opposta. 
Non appena la prima trappola sarà disattivata tutti insieme raggiungeremo la prima torretta, poi Lòre disattiverà la seconda e così via fino alla fine del corridoio.  Se avremo sorprese la cosa importante sarà fronteggiarle sempre su questo lato della stanza.  Se dovessero scattare le trappole della parte opposta Lòre sarebbe rallentato e senza di lui non avremmo possibilità di salvezza.  Domande? -
- Se qualcuno non ha idea di cosa fare in questa circostanza, lo dica adesso, non avremo tempo dopo! - suggerì Mamiya, ma il piano era abbastanza semplice e la posta in gioco troppo alta, nonostante il silenzio nella sala.
- Ti convince questa calma, mago? - chiese Imoterius avvicinandosi a Sceiren.
- E' strano. Ha tutta l'aria di un passaggio cruciale, eppure non è sorvegliato. -
- Un illusione? - si intromise Zaltar.
- Forse le trappole non rallentano soltanto. - aggiunse Ruggine.
- Può darsi. Speriamo che tutto vada liscio… - tagliò corto Zaltar.
-... o mi vedrete scomparire in un lampo! Credi di potermi stare dietro, zio? - scherzò Imoterius.
- Non sono tuo zio! - rispose Sceiren scuotendo il capo.
- Non temere Imoterius, nessuno sa scappare bene come Sceiren quando serve! - concluse Antera ridendo.
- Basta così, Lòre sei pronto? - chiese Selune.
- Si dia inizio alla danza! - rispose la spia prima di scomparire tra le ombre.
Lòre si avvicinò praticamente invisibile alla prima torretta.  La magia della trappola era potente tanto che nonostante non fosse scattata produsse comunque parte degli effetti che si era aspettato: ogni movimento era sepre più faticoso, era come immerso in un fluido gelatinoso che rendeva quasi impossibile persino respirare.  Lòre estrasse con lentezza maniacale due ferretti ricurvi dalla cintura e cominciò ad armeggiare con gli ingranaggi della parte bassa.  Smontò una ruota dentata stando bene attento a non far girare quella adiacente, quindi, inserì uno dei due arnesi in profondità estraendo una corda sottile e quasi trasparente. 
Doveva solo tagliarla e la prima trappola sarebbe stata disinnescata, se il principio fosse stato lo stesso di quelle che conosceva.
Sempre con lentezza inumana, dovuta alla magia della trappola, fece cenno di avvicinarsi.  Roredrix fu il primo, marcato stretto da Wayscraper e poi tutti gli altri.  Non appena il guerriero fu abbastanza vicino, Lòre tagliò la cordicella.  Nulla accadde, così si avvicinò alla seconda torretta.
Nella distanza di uan diecina di metri tutta la spedizione era avvolta nei residui della magia della trappola e ogni passo era un'impresa.  Occorreva un'eternità per fare anche il più semplice movimento.
Lòre, dopo aver eseguito la stessa manovra compiuta in precedenza, attese il via libera di Roredrix e, una volta ottenuto, calò lo strumento di taglio per rendere innocua anche la seconda trappola, solo che il filo non si tagliò.  La fronte si imperlò di sudore.  Il gruppo si stava avvicinando.  La spia trattenne il fiato, si concentrò e provò a tagliare il filo una seconda volta: il filo si tese appena, poi si tagliò ricadendo all'interno della torretta.
Lòre si voltò con un sorriso sforzato verso Roredrix, si passò la lingua sulle labbra e si asciugò la fronte.  Lasciò la sua posizione e si diresse verso la terza trappola.  Era quasi a metà strada tra la seconda e la terza torretta quando venne centrato in piena testa da qualcosa di caldo.  Lòre sollevò piano piano la mano fino all'altezza del capo e si passò la mano tra i capelli.
La puzza non lasciava nulla all'immaginazione, il tatto anche: escrementi.  Lòre alzò lo sguardo mettendo a fuoco cosa si celava sopra le loro teste.
La spia sgranò gli occhi e vacillò quel tanto che bastò per fargli perdere la concentrazione e tornare visibile.  Era troppo avanti per tornare indietro e troppo vicino per sfuggire alla gittata della trappola.  La torretta ebbe uno sbuffo, poi lentamente iniziò a scendere emettendo un fischio acuto, appena percettibile.  L'effetto rallentante impediva di parlare, di urlare, di avvertire.  Era comunque troppo tardi: dal soffitto decine di piccoli draghi neri, blu e rossi piombarono sul gruppo.
Yukina e Zigho, attingendo entrambi al potere dei propri oggetti, si svincolarono per qualche attimo dalla magia delle trappole e scagliarono due freccie verso l'altro.  Non appena scoccate le frecce si moltiplicarono colpendo bersagli multipli.  Antera pronunciò un incantesimo prima di venire circondata da una bolla di energia arcana che si espanse partendo dal suo corpo per formare una sfera di energia, una, due, tre, dieci volte.  Anche gli altri maghi attinsero alla magia e decine di esplosioni di energia arcana illuminarono di azzurro la sala.  I draghi raggiunsero il gruppo come un uragano e con un uragano molti di loro vennero respinti verso alto.  Lùce si avvolse nelle ombre prima di colpire col potere della mente ogni bersaglio che arrivava a tiro.  Se la risposta del gruppo fu per quanto possibile fulminante, c'era poco da fare per difendersi dalle sferzate dei cuccioli di drago che in picchiata si fiondavano sulle loro prede lacerando gli abiti di coloro che non erano protetti dall'armatura. 
Non era finita però:  più rapidamente possibile Lòre riprese ad armeggiare con gli ingranaggi della trappola: doveva fermarla prima che fosse troppo tardi, prima che scendesse troppo in fondo al pavimento... anche perchè a quel punto era certo che sarebbe scattata sul serio.  Riuscì ruotando il polso a far volare a terra il primo ingranaggio.  Lòre si chinò per avere la giusta visuale, poi infilò il secondo ferretto infondo ed estrasse il filo, trattenne il fiato e lo recise in tempo.  Poi riprese a muoversi.
La marcia fu estenuante e interminabile.  Il gruppo raggiunse l'ultima trappola esausto.  Ogni passo era una scalata, senza considerare le risorse consumate nello scacciare, ove possibile, i draghi e oltre a sopportare le ferite da essi provocate.  Lòre raggiunse con le gambe e le mani tremanti l'ultima prova.  Non appena fu a portata, anche questa come tutte le altre prima iniziò a scendere.  Non era sicuro di riuscire a farcela.  Uno scudo dorato lo avvolse.  Selune non voleva correre rischi. Meglio, aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile.  Lòre prese ad armeggiare con i suoi strumenti del mestiere, ma i ferretti gli scivolavano tra le dita.  Erano pesanti, estremamente pesanti.  Chiuse gli occhi proprio quando un drago rosso fuoco si schiantò contro la barriera protettiva creata dal paladino.  Se lo avesse centrato sarebbe caduto, era esausto.  Sollevò lentamente le palpebre, odiava quella magia, mise a fuoco la trappola, aveva pochi secondi prima che fosse impossibile agire.  Lòre calò con forza i ferri tra gli ingranaggi: non aveva il tempo di procedere come aveva fatto per le altre, così agì d'istinto, ruotò il secondo ferretto dal lato della lama e impresse una torsione, trovò resistenza, la ignorò.  L'ultimo filo si spezzò, la trappola disarmata smise di scendere. 
Lòre fece un passo, ancora uno, poi i movimenti tornarono a essere fluidi, rapidi, come sempre. 
La spia estrasse dei pugnali da lancio e cominciò a scagliarli con forza e precisione contro i draghi rimasti.  Si sentiva di nuovo vivo.

* * *

Uno dopo l'altro i guerrieri della superficie uscirono dalla magia rallentante della sala di costrizione e finirono il massacro delle sue creature.
Il gigante digrignò i denti affilati ed estrasse la sua arma.  Presto si sarebbe vendicato di quegli intrusi, li avrebbe fermati, avrebbe riscattato il suo nome; del resto, al suo signore non erano mai piaciuti i perdenti e sconfiggendo così tanti avversari in un solo scontro avrebbe sicuramente lavato via l'infamia della precedente sconfitta.
Titolo: Re: Le fiamme del passato (XII) - 14: una corsa al rallentatore
Inserito da: Roredric - Febbraio 27, 2010, 01:35:09 pm
mamma mia che passaggio la soppression room!!