Autore Topic: Stelle cadenti XIX - 16: "Mai dire addio, ma solo arrivederci"  (Letto 1121 volte)

Sceiren

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Stelle cadenti XIX - 16: "Mai dire addio, ma solo arrivederci"
« il: Settembre 08, 2010, 09:56:41 am »
16
"Mai dire addio, ma solo arrivederci" (I)


Shockwave fissò per un attimo la freccia di Yukina, caduta al suolo dopo aver dissolto lo spettro, quindi si voltÚ e si precipitò verso Lùce, spalle alla porta, priva di sensi dopo l'ultimo urto e, imposte le mani sulla sua fronte, pregò affinchè si riprendesse.
Ilaria, dal canto suo, non aveva mai smesso di pregare per Wildhoney: aveva subito un forte shock termico, era evidente, la sua pelle era azzurrina e le labbra violacee, tuttavia, seppur debolmente, il suo cuore continuava a resistere.  La sacerdotessa sapeva che cure dirette non avrebbero sortito alcun effetto e cosÏ, incurante della minaccia del mago e, in parte, venendo meno al suo compito di aiutare gli altri membri del gruppo, aveva concentrato le sue attenzioni sull'elfo a terra, infondendo calore, lentamente, minuto dopo minuto. 
- Ce la far‡? - chiese Erebus con gli occhi vitrei.
- Presto a dirsi. - tagliÚ corto Ilaria tornando a concentrarsi.
Roredrix, sorreggendosi con la sua Thunderfury e tenendosi stretta una mano sul fianco ferito, si avvicinò al paladino ed alla sua Lùce svenuta.  Stringeva i denti per il dolore, ma non avrebbe saputo definire se era maggiore quello al costato o quello al cuore nel vedere la sacerdotessa a terra.
Yukina e Albina erano chini su Wayscraper che iniziava a dare segni di ripresa scuotendo lentamente il capo e mugugnando qualcosa relativa a Whitescar.
- Erebus, vieni qui. - disse l'evocatrice.
Il capospedizione corse verso il guerriero a terra e sentendolo si chinò a sua volta su di lui.
- Oh, grazie al Creatore! - disse Erebus alzando gli occhi al cielo.
- Non ti facevo uomo di fede... - Albina lo stava fissando sorpresa.
Bryger, seduto spalle al muro, aveva strappato uno dei lacci di cuoio dell'alloggiamento della sua arma e si era stretto un nodo sopra la ferita, sulla coscia per rallentare l'emorragia, ma aveva perso parecchio sangue. 
- Roredrix, resta con lei, mentre si riprende. - ordinò Shockwave prima di alzarsi e correre in direzione del nano a terra.
Il guerriero avrebbe voluto chinarsi, ma aveva la sensazione che se lo avesse fatto sarebbe a sua volta rimasto a terra. Il dolore era lancinante.
Lùce aprì gli occhi e nonostante la magia che illuminava la biblioteca cominciava a scemare, si sentì come trafiggere le cornee.  Era la luce del Creatore, forse? Era morta?
- Bentornata fra noi... - Roredrix non trattenne le lacrime che solcarono le gote sporche di terra e sangue.
- Rore? - era viva, ancora viva.  La sacerdotessa ricordò tutto quanto: la torre, lo spettro, lo scontro.  C'era bisogno di lei!
Spalancò i profondi occhi blu e fissò il guerriero bianco in viso, persino più candido di Albina. 
- Dolce Creatore... Rore, lascia che ti aiuti. -
- Non te lo chiederei mai, non ora. -
- Non chiedo il tuo permesso infatti. - la sacerdotessa trattenne il respiro, quindi si rimise in piedi e impose le mani sul compagno.  Non poteva curare quelle ferite da sola, ma almeno avrebbe potuto impedire che il danno peggiorasse e diminuire il dolore.
Erebus si avvicinò di nuovo ad Ilaria e fissò l'elfo ancora immobile.
- E' colpa mia, Ilaria. -
- Non dire sciocchezze. -
- E' solo colpa mia... -
Uno spasmo scosse Wildhoney, un secondo, meno forte del primo.  L'elfo tremava come una foglia al vento, senza controllo, senza potersi fermare.
- Vedi?, disse Ilaria avvolgendo l'elfo con il mantello del suo abito, basta credere, Erebus, e le cose si sistemano da sole. -
- Elfo! - gridò Bryger vedendo il risultato delle cure di Ilaria
Anche gli altri si avvicinarono alla sacerdotessa.
- Presto, una coperta! -
Yukina corse verso lo zaino di Wayascraper, lo aprì e prese la sua, quindi la passò a Ilaria.
- Ci vorrà un po', ma penso che riuscirò a rimetterlo quantomeno in piedi. -
- Perdonatemi. - Erebus tremava quasi come l'elfo a terra, dritto come un fuso, con gli occhi lucidi.
- Prego? - chiese Roredrix.
- E' tutta colpa mia se siamo qui e se abbiamo quasi lasciato la vita in questa maledetta torre. Colpa mia che vi ho trascinato in questa follia, quando era mia responsabilità venire da solo e risolvere i miei problemi col passato. Colpa mia se non ero pronto a cosa ci aspettava dietro quella porta, colpa mia se ho permesso tutto questo. -
Wayscraper, sorretto da Albina, si avvicinò al compagno:
- Siamo amici, vecchio mio. Non siamo qui per soldi, non siamo qui perché ce lo hai ordinato: siamo qui per scelta, siamo qui per te. - e tossì.  Il suo peso era troppo per l'evocatrice. Erebus sorresse l'amico che stava per trovare di nuovo il suolo. 
- Grazie Erebus. Era ora. - sorrise Albina.
- Invece di dire stupidaggini, perchË non trovi quel maledetto libro e ci leviamo di torno? - grugnì Bryger sempre chino sull'elfo.
Erebus annuì, adagiò con Albina e l'aiuto di Yukina Wayscraper a terra e si voltÚ verso la libreria alle sua spalle.

- Come trovare un tomo di cui nessuno sa nulla in mezzo ad altre decine di tomi? - si chiese ad alta voce.
Si avvicinò ed esaminò sommariamente gli scaffali.  A parte qualche scheggia di legno arrivata lÏ durante lo scontro con Aran, tutti gli scaffali erano privi di polvere, puliti, in ordine e, come gli scaffali, anche i tomi erano riposti e puliti.  Non vi era una ragnatela, non vi era sporcizia. Erano custoditi con estrema attenzione.
Aran era un mago, del resto, un mago rinchiuso in una torre e un mago Ë uno studioso innanzitutto.  Erebus si passò una mano sul mento e riflettè sullo scontro appena concluso.  Il mago doveva aver letto quei tomi migliaia di volte, pagina dopo pagina, ogni singolo libro.
- Aran era il padre di Medivh... -
- ...e da quel che ho capito, l'amato figlio non ha certo ricambiato l'amore del padre. - continuò la frase per lui Albina.
- Medivh era un potente mago, questo lo sappiamo tutti. Uno dei pi‡ potenti, eppure, almeno io, non ho mai sentito parlare di Aran, come ha detto d chiamarsi? -
- Nielas, Nielas Aran. - rispose Roredrix.
- CiÚ nonostante lo spettro diceva di essere ben pi˘ forte del figlio. L˘ce, puoi farmi levitare? -
- Se ti ritieni pi˘ in gamba di qualcuno e se questo qualcuno lo odi, anche, perchè mai leggere un suo manoscritto? -
- Ottima argomentazione. - annuì Shockwave.
Erebus studiÚ con attenzione la libreria e si immaginò a dover scegliere il posto meno accessibile per un libro. 
- L˘ce, ce la fai a farmi levitare? -
Un attimo dopo Erebus era all'altezza dell'ultimo scaffale.  Osservò i libri tutti riposti con cura e, una piccola spinta, si spostò sul lato esterno della libreria e in fondo, l'ultimo libro dell'ultimo scaffale, era un tomo leggermente pi˘ grande degli altri, di pelle rossa, immacolato.
Erebus sorrise: gli altri tomi erano stati aperti decine, centinaia di volte, mentre quello non mostrava neppure un graffio, una imperfezione.  Afferrò il tomo senza titolo o iscrizione.  Lo aprì e voltandosi lesse ad alta voce:
- La prima regola di un mago: avere sempre l'incantesimo giusto da lanciare.  Arcimago Medivh. -

* * *

Attraverso una scala interrotta in pi˘ punti che dalla biblioteca scendeva verso la base della torre, trovando ben poca resistenza, i Templari Neri, trascinando alla meno peggio i feriti, raggiunsero un ingresso laterale della Torre Bianca e rividero la luce dell'alba.
L'aria pungente della prima mattina fu un balsamo curativo pi˘ potente di mille incantesimi.
Shockwave fissò per un attimo il sole che sorgeva lontano, quindi si voltÚ sorridendo verso Erebus:
- E' stato un onore servire al tuo fianco ed al fianco dei tuoi uomini.  Come ho detto, ero venuto qui per scoprire il fato di un amico e quel fato ora deve essere raccontato anche a sua madre. Non posso, comunque, esservi pi˘ utile e sono certo che dove andrete troverete paladini che sappiano il fatto loro. -
- E' un addio, allora. -
- No, mai dire addio, ma solo arrivederci.  Forse non oggi o domani, ma sono certo che ci rivedremo. -
- Grazie ancora. - disse Ilaria chinando il capo in segno di rispetto.
- Dovere. -
- Chiaramente, aggiunse Albina ammiccante, se ti trovassi dalle parti di Shattrath, confido ti farai vedere. -
- Non mancherÚ. - rispose imbarazzato, quindi voltÚ le spalle a Karazhan e imboccò il sentiero.

* * *

L'artefatto meccanico lasciato da Wildhoney era ancora al suo posto così come cavalli, tigri e ram.  Yukina accarezzò con amore la sua tigre e, sicuro che se l'era meritato, aprì una bisaccia dalla sua sella, e lanciò una fetta di carne di cinghiale alla sua pantera.  Bryger montò sulla sua ram e si abbandonò sulla sella per rilassare la gamba ferita.
- Sarà dura salire a cavallo con due costole rotte... - Roredrix fissò preoccupato il suo destriero.
- Non sarà necessario. -
Yukina incoccò una freccia e si voltò fermandosi ad un palmo dal viso della figura dagli occhi d'oro che lo stava fissando.
- Leryda, perchè non mi sorprende. -
- Archimago, evocatore, non imparerai mai. -
- Chi saresti e cosa ci fai qui? - chiese Roredrix mettendo mano alla spada.
L'alta elfa fissò il guerriero con disgusto:
- Ridicolo, non minacciare se non sei neppure in grado di reggerti in piedi. -
- Vuoi vedere come mi reggo in piedi? -
- Lascia stare Rore, allora cosa ci fa qui? -
L'alta elfa chiuse gli occhi per un attimo e sospirò:
- Domanda davvero ridicola. Ad ogni modo vi sto seguendo da Darkshire e attendevo con ansia il risultato della vostra... incursione. -
Erebus si voltÚ, posÚ lo zaino a terra, slacciÚ le fibbie e estrasse il prezioso tomo.
- Questo? Parli di questo? -
Gli occhi dell'arcimago brillarono come mai prima di allora Erebus li aveva visti splendere.
- Sapevo che la mia scelta era quella giusta! Non posso quasi credere ai miei occhi! Cedric sarà fieri di te! -
- Non mi interessa cosa l'Occhio Viola pensi di me o cosa tu pensi di me. Il libro Ë tuo, a patto che tu rispetti la tua parola. -
Leryda, nonostante il desiderio evidente nell'afferrare il Tomo di Medivh, arretrò di un passo fissando Erebus con rabbia.
- Come osi anche solo pensare che possa non mantenere fede ad un patto? Con chi credi di avere a che fare, con un irrazionale e smemorato umano!? Non stuzzicare la mia pazienza più del dovuto! -
- E tu non provocare la mia irrazionalità, elfo, o potrei anche decidere di tenerlo, questo libro. -
L'alto elfo trattenne una risposta evidentemente tagliente sul nascere, quindi socchiuse gli occhi in due fessure e aggiunse con tono ben pi˘ calmo:
- Ogni tuo legame sarà sciolto. Ogni tuo debito saldato, non appena avrò il libro. -
- Era così difficile? - disse il nano sbuffando.
Erebus passò il libro nelle mani di Leryda la quale sorrise soddisfatta.
- Non avete idea di quale servigio avete reso non solo al vostro compagno malfidato, ma anche a tutta l'Alleanza.  Forse potremmo avere ancora bisogno di voi, visti i lusinghieri risultati qui ottenuti.  Non certo per te, ma per i tuoi, aprirÚ un portale per Shattrath, infondo, devo recarmi anche io lì. - e senza attendere risposta formulò un incantesimo ed aprì un portale, sparendo in esso poco dopo.
- Una scorciatoia l'accetto volentieri. - disse Roredrix.  Sciolte le redini della sua cavalcatura e, seguito da tutti gli altri, superò la barriera magica.

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren

Shockwave

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Re: Stelle cadenti XIX - 16: "Mai dire addio, ma solo arrivederci"
« Risposta #1 il: Settembre 08, 2010, 05:12:07 pm »
 :'( per il momento del commiato  :D