Autore Topic: Stelle Cadenti VI - 5: Segreti  (Letto 1091 volte)

Sceiren

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Stelle Cadenti VI - 5: Segreti
« il: Aprile 27, 2010, 12:50:10 am »
5
Segreti

Il nano si passò una mano tra i folti riccioli fulvi della sua barba e scosse il capo.  I suoi occhi passarono da Selune appoggiato allo schienale della sua poltrona a quelli di Ilaria che dritta come un fuso fissava Erebus con i suoi profondi occhi azzurri. Le sue mani accarezzavano la treccia che scorreva dalla spalla destra fin sul petto.
- Solo noi quattro, perchè Erebus? Voglio dire, se quella alta elfa era un membro dell'Occhio Viola, direi che non trovo nulla di speciale nel fatto che abbia eluso la sorveglianza di mezza Shattrath.  Quello che mi chiedo... -
-... è perchè qui e perchè tu?! - chiese asciutto il nano incrociando le braccia sul petto.
Erebus fece spallucce, poi si alzò in piedi.  Trovava la sua poltrona estremamente scomoda.
- Leryda mi ha ordinato di non rivelare a nessuno quanto sto per dire. -
- Vedo che segui sempre le istruzioni date... - sorrise Ilaria.
- Non prendo ordini dall'Occhio Viola e di certo non farei nulla senza che voi lo sapeste. -
- Esattamente, Erebus, cosa è venuta a fare qui una alta elfa questa notte? -
- Dobbiamo prendere un libro custodito nella Torre d'Avorio o, come la chiamiamo noi tutti, nella torre di Karazhan. -
- E perchè mai dovremmo mettere piede in un posto del genere? Non potrebbe andare lei a prendersi quel libro? -
Erebus scosse il capo.
- No, Bryger, devo andare io, noi. -
Ilaria si avvicinò al compagno e gli mise una mano sulla spalla.
- Erebus, se mi dici che dobbiamo andare per me basta, ma dimmi solo una cosa: prendere questo libro per loro, chiuderà questa... faccenda? -
L'evocatore sospirò rassegnato.
- Sì, risolverà questa faccenda, ma devo portarle questo libro. -
- Esattamente, Erebus, di cosa si tratta? -
- Selune, non ho molti elementi. Quello che so è che Leryda mi ha parlato di una sorta di missione per conto dell'Alleanza, ma non ha aggiunto molti elementi. Non so se crederle o meno, tuttavia la parte che riguarda la mia persona era e resta ben chiara. Se consegno il tomo, saldo il mio... debito e sarò lasciato in pace.  Tuttavia non mi sento di organizzare alcuna spedizione senza il vostro consenso. Non metterò in pericolo le vostre vite e quelle di coloro che verranno senza che la cosa non sia ufficialmente decisa dal consiglio. -
Selune si alzò in piedi a sua volta e si stiracchiò puntando le mani sui reni.
- Mi hai svegliato alle primi luce dell'alba per dirmi che non metterai le nostre vite in peircolo? Ridicolo... è da quando ti conosco che non fai altro che metterci in situazioni discutibili.  Non so a quale guaio dobbiamo rimediare, ma hai il mio voto.-
- Ovvio che vengo anche io, ma ragioniamo bene su chi portare.  Karazhan è una torre piuttosto "popolosa" ultimamanete e ai nuovi proprietari non piace essere importunati. Conviene entrare per quanto possibile in silenzio ed in sielnzio uscirne. -
- Bryger ha ragione. - sentenziò Ilaria.
- Molto bene, direi che è unanime.  Erebus, ora che la segreta missione di Leryda è ufficialmente una missione dei Templari Neri, esattamente, cosa dobbiamo prelevare dalla torre di Karazhan? -
- Lo ha chiamato il "Libro di Medivh". -

* * *

- Il segreto di una buona canna da pesca è la flessibilità: se la canna è troppo rigida non sentirai quando il pesce abbocca, se la canna è troppo flaccida non riuscirai a distinguere un pesce dalle correnti del fiume.  Vedi, non potrai essere un vero cacciatore se non saprai anche pescare! -
- Non starlo a sentire.  La cosa importante è la concentrazione.-
- Vero, Yukina ha ragione, se sei distratta non prenderai mai nulla! -  e scagliò galleggiante, piombi ed esca lontano nel fiumiciattolo.
Silvèr sorrideva: quell'elfo di Kalimdor la faceva divertire.
- Avanti, continuò Yukina, prova tu.  Prova su quel cervo laggiù. - e indicò un maestoso maschio che brucava l'erba poco distante.
L'elfa lanciò un'occhiata al cacciatore che pescava poco distante ed al suo cinghiale accucciato come fosse un cane alla sua destra, poi liberò la mente come le aveva insegnato Yukina e si alzò silenziosamente in piedi.  Si avvicinò senza fare alcun rumore alla creatura e sempre fissandola le puntò entrambi i palmi delle mani.  Il cervo smise di mangiare e drizzò il collo: aveva avvertito la sua presenza.  Ruotò frenenticamente le orecchie cercando l'estraneo, ma era come se fosse cieco, sordo, che i suoi sensi fossero stati eliminati.  Non vedeva altro che un elfa che lentamente si avvicinava.  L'elfa attinse all'energia che avvertiva scorrere dentro di sè e si concentò sul cervo.  Doveva sentire il suo cuore, doveva rallentare il battito del cuore dell'animale per poi sincrozzarlo col suo.  Un solo cuore, un solo spirito, ripeteva Yukina.
Nelle tempie cominciò ad avvertire qualcosa, un tamburellare frenetico e impazzito.  Silvèr sorrise, poi si ricordò la prima cosa che Yukina le aveva insegnato: libera la mente, così tornò impassibile e riprese a controllare respiro e battito.  Ancora un passo, le sue mani mostrate in segno di assenza di alcuna ostilità erano attraversate dalla magia e i polpastrelli pulsavano quasi dolorosamente. Il cervo era immobile assorto nella visione di quella creatura dei boschi che gli veniva incontro.  Le mani di Silvèr scivolarono sul collo dell'animale.  Lentamente, il tamburellare frenetico dentro la sua testa cominciò a rallentare fino a raggiungere il ritmo normale, per un elfo.  Silvèr sorrise, quindi si allontanò di qualche passo dal cervo, ancora immobile.
- Vieni. - sussurrò.
Il cervo mosse le orecchie, come se volesse essere sicuro di aver sentito bene, poi un passo alla volta raggiunse l'elfa e strisciò il muso sulla sua gamba in cerca di coccole.
- Molto bene, hai appena fatto un passo in un mondo più vasto, ma ricorda: non tutti gli animali saranno felici di servirti. Alcuni si opporranno, inizialmente, perchè in te vedranno sempre un nemico... fino a quando non sentiranno il tuo cuore.  Dovrai resistere ai loro assalti, dovrai mantenere la concentrazione evitando di essere sbranata e quando il tuo cuore sarà il loro, il loro istinto li porterà a fidarsi di te e ti serviranno, come un compagno, come un amico e daranno la vita per te e lo sai perchè? Perchè in cuor loro saranno sicuri che tu faresti altrettanto. Siamo tutti fratelli, figli della stessa madre, Silvèr.  Ora liberalo, immagino vorrà tornare a casa. -
- Sì, lo sento. - L'elfa sorrise e accarezzò un'ultima volta il suo amico, poi sussurrò le sillabe di un incantesimo di
evocazione e interruppe il legame.  Il cervo non scappò, rimase ancora per qualche secondo, poi, come se un pensiero improvviso lo avesse colto, saltellando scomparve nel sottobosco.
- Potevate anche portarlo vicino al fuoco, ho fame e coi pesci il legame funziona davvero malissimo. Per ora non ho preso nulla... e anche Boaromir ha fame, vero piccolino? -
Il cinguale neppure si disturbò ad alzare il muso.
- Non ti azzardare a toccare il mio amico! - ringhiò Silvèr cercando di apparire più aggressiva possibile.
Wildhoney si voltò annoiato, prima di scoppiare a ridere all'unisono con la nuova amica.
- Resta con lui qualche altro giorno e vedrò l'ennesimo cacciatore rovinato... -
- Tutto merito del maestro, non dimenticarlo Yuki... -
Yukina scosse il capo rassegnato e fissando la magra cena a base di verdure, pregò di arrivare presto a Shattrath per mangiare finalmente qualcosa di diverso... e del pesce.

* * *

- Equilibrio.  E' fondamentale per non perdersi nei meandri di quello che studiamo e che cerchiamo di controllare.  Evocare un demonietto e stringere patti con le creature dei piani inferiori non è come formulare un banale incantesimo di dardo congelante,  proprio per niente! Se non ti proteggi come si deve, se la tua voce ha un cedimento che tradisca paura, se il rituale non è perfetto, sarete soli a dover fronteggiare due avversari invece che uno.  La linea che separa alleato da nemico, nella nostra scienza, è molto ma molto sottile e labile.  Si oltrepassa in un battito di ciglia così come è facile sprofondare nell'oblio se quanto studiate ora non sarà marchiato a fuoco nelle vostre menti.  Questo che facciamo qui è l'unica risorsa che avrete, quando sarete soli, nelle vostre torri o nel campo di battaglia, e vi troverete a dover soggiogare entità che vi vedranno sempre e
comunque come nemici, schiavisti perchè e questo che siamo: Evocatori. -
Araton si passò una mano tra i capelli bianchi come la neve e riprese fiato.  La lezione lo stava prendendo forse troppo, ma non voleva che i suoi allievi perdessero di vista il mondo dei vivi per precipitare nell'abisso... ricordava fin troppo bene come quest'ultimo corrompeva e trasformava.
- Maestro, posso fare una domanda? -
Una sussurro, una domanda appena accennata.  Araton sospirò rassegnato: aveva due allievi uno l'opposto dell'altro e cominciava a pensare che forse era proprio quello il motivo per cui gli erano stati affidati.  Domare il primo, esaltare la seconda.  Si chiedeva ogni volta che la sentiva come avrebbe potuto, quella ragazza, controllare ed imporsi sulle creature demoniache di cui parlava ad ogni lezione.
- Parla più forte, Anishy, con più convinzione. -
Azhriel sogghignò sprezzante.
- Sì, maestro.  Dicevo: come sapremo se le nostre evocazioni saranno state formulate correttamente? -
Araton sorrise e la sua pelle scura acquistò un che' di sinistro:
- Molto semplice: se la creatura che evocherete vi resterà nel suo cerchio, allora avrete fatto tutto da manuale; se invece si rivolterà contro di vuoi e dovrete ucciderla per evitare che lei vi faccia a pezzi... beh, saprete che avrete commesso un errore. -
La ragazza paffutella annuì con decisione.
- Ci deve solo provare ad avvicinarsi.  Supplicherà di servirmi qualora dovesse sfuggire dal cerchio. Non vedo l'ora di contattare i piani inferiori, maestro, non vi sarà creatura che mi potrà resistere.  Vedrete. -
Araton si irrigidì.
- Non correre troppo, Azhriel, essere sicuri è un bene, essere fanatici è tutt'altra faccenda. - e il suo pensiero non riuscì a non volare lontano, sotto i monti di Blackrock, dove la follia aveva la pelle candida di uno splendido cigno e le sofferenze infinite della pena inflitta senza pietà. 
- Due esempi da non seguire mai... -
- Come avete detto? - ma Araton era lontano ben più di pochi passi dai suoi allievi, sepolto dal rimorso sotto montagne di rocce e polvere di ruggine.

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren