Autore Topic: Stelle Cadenti XXIX - 24: Per l'Alleanza!  (Letto 1224 volte)

Sceiren

  • GM Rising Dradis Echoes
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Stelle Cadenti XXIX - 24: Per l'Alleanza!
« il: Febbraio 01, 2011, 06:19:18 pm »
24
Per l’Alleanza!


- E’ rischioso, lo sai questo? -
- Rischioso se ci vedono. – rispose Erebus e rilesse per l’ennesima volta il testo della missiva.
- Erebus, non è rischioso solo per te se ci scoprono, è rischioso per tutti i presenti in questo campo.  Cosa accadrebbe se i fulmini di Netherstorm alterassero la spedizione come hanno alterato il teleporto? E se la lettera finisse nelle mani sbagliate, ci hai pensato bene? –
- Cos’è?, hai dimenticato il fascino del rischio, Sceiren? – lo canzonò Lòre prima di riprendere a lavorare al dispositivo al centro del catino della tenda dove si erano nascosti da occhi indiscreti.
- Sceiren, non succederà.  Ora se invece di lamentarti dessi un’occhiata là fuori sarebbe proprio il caso.  Allora Lòre, quanto ci vuole? –
- E’ complicato sai, la meccanica non è una scienza esatta come la magia. –
- Ma ti prego! – sbuffò Sceiren, mentre lanciava rapide occhiate fuori della tenda.  Selune chiacchierava con Roredrix poco distante.  Albina fissava i fulmini persa nei suoi pensieri e poco distante Blackill, Zigho, Kimmolauz e Silvèr discutevano tranquillamente. Erano al sicuro, almeno per il momento, nessun Inquisitore in vista.
- Insomma Lòre, potrebbero venirmi a chiamare da un momento all’altro! –
- Non mettermi fretta, Erebus, lo sai che non è produttivo! –
- Lòre, il tempo a nostra disposizione sta per esaurirsi sul serio… -  un elfo dall’aspetto imponente accompagnato da quattro soldati puntava su Selune.  Tutti e cinque erano inquisitori.
Il piedistallo di metallo finalmente fece presa e cigolando perforò il catino e si piantò nel terreno.  Dalla base di quello strano treppiede si allungò un’asta di acciaio per un metro.  Lòre avvitò in cima una molla alla quale assicurò la cassetta della posta.  Una scarica di energia azzurrina esplose dalla cassetta delle lettere e si propagò lungo l’asta fino al treppiede.
- Ci siamo! Dammi la lettera! -
- Lòre… Erebus… presto! – sussurrò Sceiren voltandosi verso di loro.
- Ma che succede? –
- Ti stanno cercando e non credo abbiano la pazienza per attendere molto oltre. -  Erebus lasciò la lettera nelle mani di Lòre il quale la alloggiò nella piccola cassetta.  Poi la sigillò e premette il pulsante sul lato.  La cassetta della posta ondeggiò a destra e sinistra, prima di fermarsi.
- Partita? –
- Sì, sì. Dammi un secondo per smontare tutto. –
Erebus lanciò un’occhiata fuori e si sentì la schiena bagnata di sudore. Non avevano un secondo: il graduato aveva messo da parte Selune e Roredrix, intervenuto per dare manforte al compagno, e puntava direttamente nella loro direzione.
- Il catino!, Erebus, tu va’, qui ci penso io. – disse Sceiren aprendo la borsa ed estraendo un lungo ago d’osso e un filo di seta rosato.
- Dimenticavo che avevamo la “sartina” qui con noi! -  disse Lòre riponendo l’ultimo braccio del treppiede nel suo zaino.
Sceiren non si curò delle solite battute dell’amico, infilò il filo nella cruna dell’ago e, con una rapidità fuori dal comune, prese a rattoppare gli squarci aperti dal trabiccolo di Lòre.  L’ago entrava come una lama nel burro, seguito da quel filo che pareva adattarsi non solo alle forme, ma anche al colore della tenda, diventando un tutt’uno col catino perforato.
Lòre prese posto dietro ad Erebus per dare qualche secondo a Sceiren, qualora gli Inquisitori fossero entrati di colpo nella tenda, ma non accadde perché il comandante dei Templari Neri uscì per primo andando incontro all’elfo contrariato.
- Ma cosa stava facendo? La stavamo cercando! -
- Mi avete trovato, mi pare, non vorrà perdere ulteriore tempo con inutili domande… sergente? –
- Mi segua, capitano. Siamo in ritardo. –
- Ritardo? –
- Non mi costringa a risponderle...  Mi segua e basta. –
Erebus si voltò verso la tenda e quando vide Sceiren sorridente che lo fissava in piedi di fianco a Lòre, rispettivamente alla destra ed alla sinistra dell’ingresso, capì che la copertura era salva.
- Sono pronto. – disse con voce autoritaria, quindi, scortato, scomparve nella labirintica tendopoli.

* * *

Al centro dell’accampamento, poco distante dalla tenda del generale Grimbald, vi era una tenda non diversa dalle altre, solo più grande e, soprattutto, isolata, a sua volta al centro di un piccolo spiazzo di terra battuta.  Intorno al perimetro vi erano sentinelle armate di tutto punto, truppe di elite, senza alcun dubbio.  Erebus rimase sorpreso di come quella tenda non fosse stata visibile dall’altopiano al loro arrivo.  Alzò gli occhi e notò che la luce dei fulmini era come smorzata, in direzione della tenda. Magia.
- Identificarsi. – ordinò un esile gnomo dalla pelle scura.
- Sono il Sergente Lolythiel e questi è il capitano Erebus. –
- Siete in ritardo, molto in ritardo…   Restate qui, con me solo il fratello evocatore. –
Erebus salutò con un cenno del capo lo gnomo prima di seguirlo verso la tenda.
Lo gnomo scostò un lembo del padiglione e fece e cenno ad Erebus di entrare per primo.  Dentro il silenzio.
Erebus si chinò per entrare, seguito dallo gnomo ovviamente ben eretto, quindi si accorse della dozzina di occhi che lo fissavano: tutti gli ufficiali delle forze in campo erano riuniti nella sala.  Grimbald era però seduto su uno sgabello alla destra di un trono di legno e acciaio.  Era evidente che non avrebbe presieduto lui la riunione.
- Mi fa piacere che alla fine hai trovato la strada… - sibilò contenendo a stendo la rabbia il generale.
Erebus lo ignorò, si sedette sullo sgabello indicatogli dall’altro evocatore, quindi si rivolse a Grimbald con un innocente sorriso dipinto sul volto:
- Vedi, il mio marcatempo si è inceppato, deve essere colpa di tutti questi fulmini, non ne sei informato? Possono alterare l’equilibrio di molti strumenti, siano essi magici che meccanici.  Per fortuna che i tuoi uomini sono venuti a prendermi o chissà quando mi sarei accorto del problema! -
Gli occhi del generale divennero punte di spillo incandescenti, ma non aggiunse altro.
- Io non lo farei se fossi in te, fratello. – sussurrò lo gnomo dalla pelle nera ad Erebus.
- Fare cosa? – rispose fingendo di non capire a cosa alludesse.
- Grimbald sa essere estremamente vendicativo quando vuole, non conviene farselo nemico. –
- Oh, non temo l’ira di Grimbald. –
- Ahi, male… mi ricordi qualcuno… -
Lingue di luce violacea serpeggiarono da un altro ambiente sulla sinistra.  Grimbald, come tutti gli altri, si voltò nella direzione e il silenzio coprì ogni cosa.  Le lingue violacee durarono pochi attimi, quindi disparvero.  Una mano in morbidi guanti di pelle di daino afferrò il lembo di stoffa che separava i due ambienti sollevandolo.  Tutti gli Inquisitori si misero sull’attenti ed anche Erebus fece altrettanto, non ritenendo saggio muoversi contro corrente.
Passi pesanti, attutiti dal morbido catino della tenda, poi una voce profonda e autoritaria annunciarono l’arrivo dell’ospite che evidentemente tutti stavano aspettando con ansia.
- Ben trovati, miei campioni! -
- Onore a te, Gran Comandante. – rispose Grimbald, chinando il capo in segno di rispetto.
Indossava un’armatura a piastre completa, ma non portava alcun elmo. I suoi capelli biondi ondeggiavano ad ogni suo passo.  La sua barba era ben curata e i suoi occhi erano decisi, ma non minacciosi.  Una spada a due mani era assicurata dietro la schiena.  Il Gran Comandante porse la mano al generale che la strinse con fermezza, quindi si mise al centro della sala in modo che tutti potessero vederlo.
- Per coloro che ancora non hanno avuto modo di incontrarsi con me prima, il mio nome è Tirion Fordring, Comandante in capo degli Crociati d’Argento.  Sono qui su diretto ordine di re Varian Wrynn perché sia chiaro che la Corona innanzitutto, così come il Consiglio, è con voi oggi! -
Fordring Tirion girò su se stesso per fissare per un attimo negli occhi tutti i presenti, quindi raggiunse il suo posto e si sedette, si passò una mano sulla barba bionda e giocherellò per un attimo col pizzo, cercando le parole giuste per riprendere il suo discorso.
- Ciascuno di voi, campioni dell’Alleanza, è stato scelto accuratamente perché il migliore per questa specifica missione, una missione ad alto rischio, ma necessaria in un’ottica complessa che ora passerò ad illustrarvi.  L’attacco a Forte Tempesta è un tassello di una manovra militare su larga scala che inizierà proprio con la vostra azione, un attacco preventivo che indebolirà le forze nemiche e che permetterà ad un esercito sotto il comando dell’orco Thrall, il signore della guerra, di espugnare il Tempio Nero di Illidan, nella Valle delle Ombre di Luna.  L’esito di questa campagna dipende in gran parte dall’esito di questo scontro preventivo, scontro che, generale Grimbald, dovrà concludersi rapidamente e con un successo assoluto.  I dettagli so che le sono stati già illustrati, ora credo sia il caso che vengano condivisi anche coi suoi ufficiali sul campo. -
- Certo Gran Comandante.   Tra otto ore esatte, le forze terrestri direttamente sotto il mio comando si divideranno in cinque plotoni. I comandanti Geriatrix, Ino, Doki, Vyshe e il sottoscritto condurranno un attacco simultaneo a tutti e cinque i manaforgia presenti sul territorio.  I nostri informatori, elfi del sangue infiltrati nelle truppe di Kael’thas, altereranno i parametri di estrazioni. Questo distrarrà parte del personale degli estrattori e ci darà il tempo di agire con rapidità e risolutezza.  Al fine di raggiungere le rispettive postazioni contemporaneamente, evocatori già sul campo provvederanno ad aprire dei portali evocativi.  Questo ci garantirà l’effetto sorpresa.  Ricordo che l’obiettivo di tutti e cinque i gruppi sarà quello di prendere il controllo della struttura e bloccare l’estrazione del mana.  Questo impedirà dal nemico di attivare i suoi costrutti meccanici, le sue Sentinelle; inoltre, la disattivazione delle manaforgia priverà Kael’thas della energia necessaria a teletrasportarsi.  Qui entra in gioco il capitano Erebus e la sua squadra, i Templari Neri.  Il Consiglio ha richiesto espressamente che sia lui a comandare le forze che irromperanno nella fortezza sospesa e affronteranno il principe Kael’thas. -  Grimbald fece una pausa.
- Qualcosa non va, generale? – chiese accigliato Fordring Tirion.
- Assolutamente, Gran Comandante.  Dicevo, il capitano Erebus lascerà Area 52 due ore dopo la nostra partenza, raggiungerà in volo Cosmowrench e assalterà il cuore sospeso della fortezza, la struttura denominata l’Occhio.  Ricordo che la pioggia di fulmini di Netherstorm unita alle protezioni delle Navi, impedirà anche alle sue forze di teletrasportarsi via, una volta dentro.  Ne è consapevole, capitano Erebus? –
- Sono consapevole dei rischi, sì. –
- Molto bene.  Il suo compito sarà quello di farsi strada nella fortezza sospesa, raggiungere il principe Kael’thas e costringerlo alla resa… ove questo non fosse possibile, dovrà annichilire la minaccia.  Obiettivo secondario sarà quello di prendere il controllo dell’arca. Domande? –
-  Direi che i suoi ordini non hanno bisogno di ulteriori dettagli, generale., tagliò corto il Gran Comandante,  Sono certo che i suoi uomini dimostreranno coi fatti che la fiducia del Consiglio è stata riposta nelle persone giuste. –
- Un ultimo particolare, se mi permette: i nostri migliori sarti, hanno lavorato per le casacche che tutti noi indosseremo durante questa missione.  Gran Comandante, ho ritenuto inappropriato muoversi sotto diversi colori per questa missione, così ho ordinato ai miei maestri più esperti, di realizzare delle casacche blu e oro, col simbolo del Consiglio. –
Fordring Tirion annuì serio.
- Generale, rende onore all’Alleanza ed a noi tutti.  Procedete pure. -
- Avete i vostri ordini, come ho detto, avete sette ore per preparare il vostro equipaggiamento, al termine delle quali ci incontreremo per gli ultimi dettagli.  Per il consiglio! – incitò Grimbald.
- Per il Consiglio! – risposero i partecipanti, Tirion incluso.  Erebus, però sussurrò qualcosa di diverso, biascicando tra i denti la sua vera fede.  Solo lo gnomo al suo fianco si accorse della cosa e mentre gli Inquisitori carichi lasciavano al tenda, sussurrò al compagno evocatore:
- Anche io non mando giù questa unione… per l’Alleanza, fratello mio. –
- Sì, rispose Erebus, per l’Alleanza, sempre! -

"Spesso gli incantesimi più semplici nascondono le sorprese più grandi" - Sceiren